mercoledì 1 aprile 2009

"Son rimasto dove son caduto ... "


Infaticabile, nella vita, mai stanco nonostante tutto, Egli si mantenne con eroico sforzo di volontà al suo posto fino all'ultimo. In termini militari si direbbe che è caduto sulla breccia.
Nell'ultima settimana, proprio quella, consacrata al ricordo della Passione e Morte di Gesù, Egli volle cele­brare i divini misteri nella chiesa delle Agostiniane. Lo fece con slancio giovanile. Nessun sintomo di stanchez­za e di dissoluzione fisica appariva esternamente. La sua voce bella e sonora, l'elasticità delle genuflessioni, la resistenza, pronta mostrata nelle prostrazioni, tutto la­sciava supporre che la fine dovesse rimanere ancora lon­tana.
Inutile dire che la sua anima delicatamente pia, ri­mase più che per il passato sommamente commossa del succederai dei mistici riti della liturgia. Il suo fervorino del Giovedì Santo fu più commovente del solito. Egli doveva intuire vagamente qualcosa, che non sapeva spie­garsi. Iddio nasconderà al suo servo l'ora della morte, per rapirlo dalla terra con più dolcezza.
Passò in meditazione abbondante di lagrime il Venerdì Santo, cantò nella letizia sincera del suo animo la messa del Sabato.
Celebrò ancora in canto la messa di Pasqua al suo monastero, e fu l'ultima. Ma per quante poche ore lo separassero dalla partenza per il Cielo. Egli non era stanco. Continuò con l'assistenza ai ragazzi di S. Nicola, con quella alla messa solenne in parrocchia. Nel pomeriggio benedisse la casa delle sue suore, circondato dalla loro sincera, venerazione, in Chiesa, più tardi assistette ai Vespri, e col popolo recitò il rosario. Così l'ultima pre­ghiera fu rivolta alla dolce Mamma Celeste! Con quanto amore dovettero essere accolto dalla soave Regina del Paradiso !
Ritornato al suo appartamento, passò qualche
mezz'ora con alcune persone care quando lo sorprese l'attacco del male che lo rapì ai mortali. Conscio della sua fine, mentre una nipote suora, ansiosamen­te gridava al soccorso, aveva ancora la forza di ripetere stringendo un'immagine della Vergine SS. tra le mani"
In manus, tuas Domine, commendo Spiritum meum.
— Furono le ultime parole che riuscì a pronunziare! Sen­za dubbio il Signore le accettò e mandò i suoi angeli a dischiudergli le porte dell'eterna vita.
Quando chiamato d'urgenza, e non credendo a quello che aveva inteso, volai alla sua camera, il caro Don Eduar­do era agli estremi. I suoi occhi erano già appannati, e boccheggiava negli ultimi guizzi della vita che si spegneva. Forse dovette capire il mio arrivo, perché mostrò assentire alle giaculatorie che gli suggerivo. Ebbi appena il tempo di impartirgli gli ultimi sacramenti. Quando, dopo aver unto le mani, levai gli occhi ai suo viso, lo vidi composto per sempre nella calma solenne della morte. Egli aveva ascoltato l'invito del Padrone, che lo chiamava al premio, e aveva risposto con prontezza. Le parole del Vangelo: Euge serve bone etc., vennero spontaneamente al pensiero di tutti quando lo si mirò ricomposto placida­mente nel sonno eterno.
Euge serve bone et fidelis ! O venerato ed indimenti­cabile D. Eduardo, [...] Ci sembra quasi di vederti aggirare ancora sotto le volte della nostra chiesa, o uscire dal tuo S. Nicola. Vana illusione di un ardente desiderio! Ma se non ci è dato di poterti vedere ancora su questa terra, noi speriamo di poterci rivedere nel Cielo.
Qui sono parenti, amici, figliuoli spirituali, che fanno mesto voto. Con noi rimarranno i tuoi esempi e le tue pa­role a confortarci della tua assenza. E sempre abiterà nel cuore la certezza che tu ci benedici e ci sorridi dal Pa­radiso.
ALFREDO AMENDOLA

Sono le parole di Don Alfredo che ricorda nell'maggio del 1945 il caro ed indimenticato Don Eduardo Mastellone, nel trigesimo della sua scomparsa ... Le ossa mortali di Don Eduardo riposano nell'Oratorio che lo ha visto inguaribile padre e amico fraterno di tanta gioventù ... Don Eduardo fu tra i primi 33 confratelli della congrega dei Luigini nel lontano 1875, quando di anni ne aveva appena 10 ... il 17 febbraio 1892 fu ordinato sacerdote aiutando lo zio Can. Michele Castellano, parroco di Piano, fino alla sua scomparsa qualche mese più tardi ... Don Eduardo continuò a collaborare sia presso la parrocchia che a San Nicola, che intorno agli anni '20 arrivò a modificare completamente. Allargò la piccola cappella, ampliò la sacrestia e rese l'adiacente terreno un campetto per lo svago dei giovani che frequentavano la cappella ... da lì all'idea di Oratorio, il passò fu breve. Fu sull'esempio di Don Giovanni Bosco che rese san Nicola il luogo della formazione e della crescita di generazioni di carottesi ... ma di don Eduardo bisogna ricordare anche la figura di guida spirituale delle suore Agostiniane (il monastero a pochi passi da San Michele e San Nicola), ammodernandone le sale e la cappella. Inoltre lo zelo con cui preparava e infuse nel popolo di Piano l'amore per la venerazione del Sacro Cuore (il "mese di giugno", per intenderci), lo si deve proprio a Don Eduardo (per 52 anni!!!).
Presso la nostra basilica preparava anche le funzioni della Passione di Cristo, a partire dalla Via Crucis, per finire alla messa in coena domini.
Della biografia scritta proprio da Don Alfredo e, ahinoi, ancora non pubblicata!!!, emerge un interessante particolare, che voglio arrivare a chiedere al caro Don Antonino: Don Eduardo ha scritto il testo della cd. "Ora di Adorazione", che i Luigini tenevano presso l'altare della Basilica di San Michele ... vi terrò informato ... In conclusione, resta la figura di un sacerdote umile e pieno di voglia di fare ... stessa linfa che ha, guardacaso, contraddistinto i suoi successori a San Nicola. Lo ricordiamo oggi a 64 anni dalla sua scomparsa ...
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