lunedì 29 marzo 2010
Per incanto e per amore ... le note di una serata di preghiera
Credo che domani non ci sia tempo per scrivervi ...
E' allora giusto raccontare cosa ci sia dietro l'appuntamento di domani sera all'oratorio di San Nicola.
Del gesto del cd. "Bacio della Croce" vi ho già detto tutto.
Quest'anno il titolo del nostro incontro è "Per incnato e per amore" ...
parole dolcissime, titolo di una bellissima canzone di Claudio Baglioni (2003, se non ricordo male) ... sarà la nostra colonna sonora ... che celerà la storia di dolore, di riscatto e di rinascita di una madre ...
C'è un "anomalo" grazie da fare dietro questo nostro appuntamento ... un amico di fb pubblico il video di questa canzone lo scorso Natale ... lui, oggi amministratore del sodalizio della SS. Immacolata di Meta, l'aveva pubblicata ... e io l'ho "di nascosto" condivisa ... grazie Mariano e grazie a quanti domani avranno modo di pregare, riflettere, piangere e gioire dietro queste dolcissime note ...
Appuntamento domani sera, dalle ore 19.30 presso la Cappella dell'oratorio di San Nicola...
Per incanto, per amore saremo tutti lì ...
echi barocchi ... echi di fede
E' partita con uno straordinario successo di pubblico la manifestazione "echi barocchi in penisola sorrentina" evento promosso dalla regione Campania e che vedrà coinvolte, fino al 25 aprile p.v. i comuni di Piano e di S'Agnello.
Ieri sera, nella splendida chiesa di S.Teresa lo "Stabat Mater" e altre arie del tempo quaresimale (bellissima l'Ave Maria di Giulio Caccini - 1550/1618) hanno pervaso di fede e misticismo la platea coinvolta. Fedeli, appassionati di musica classica, cultori ed esperti per una sera insieme ...
La direzione magistrale del M° Altieri, vicedirettore del Conservatorio S.Pietro a Majella, le voci sublimi del soprano M°Annnamaria Gargiulo, del Tenore M° carmelo d'Esposito e del coro dei Pueri et juvenes Cantores "S.Michele Arcangelo" e della corale "Genesi"(Ass. "Tertium Millennium"), la musica della Orchestra Toscanini (violin, viola,violoncello e contrabbasso): tutto questo per una serata che ci ha avvicinato ancora di più a questa lunga e intensa settimana.
domenica 28 marzo 2010
“Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell’alto dei cieli!” - è partita la settimana più lunga dell'anno
La Domenica delle Palme giunge quasi a conclusione del lungo periodo quaresimale, iniziato con il Mercoledì delle Ceneri e che per cinque liturgie domenicali, ha preparato la comunità dei cristiani, nella riflessione e penitenza, agli eventi drammatici della Settimana Santa, con la speranza e certezza della successiva Risurrezione di Cristo, vincitore della morte e del peccato, Salvatore del mondo e di ogni singola anima.
I Vangeli narrano che giunto Gesù con i discepoli a Betfage, vicino Gerusalemme (era la sera del sabato), mandò due di loro nel villaggio a prelevare un’asina legata con un puledro e condurli da lui; se qualcuno avesse obiettato, avrebbero dovuto dire che il Signore ne aveva bisogno, ma sarebbero stati rimandati subito.
Dice il Vangelo di Matteo (21, 1-11) che questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta Zaccaria (9, 9) “Dite alla figlia di Sion; Ecco il tuo re viene a te mite, seduto su un’asina, con un puledro figlio di bestia da soma”.
I discepoli fecero quanto richiesto e condotti i due animali, la mattina dopo li coprirono con dei mantelli e Gesù vi si pose a sedere avviandosi a Gerusalemme.
Qui la folla numerosissima, radunata dalle voci dell’arrivo del Messia, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente rendevano onore a Gesù esclamando “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell’alto dei cieli!”.
A questa festa che metteva in grande agitazione la città, partecipavano come in tutte le manifestazioni di gioia di questo mondo, i tanti fanciulli che correvano avanti al piccolo corteo agitando i rami, rispondendo a quanti domandavano “Chi è costui?”, “Questi è il profeta Gesù da Nazareth di Galilea”.
La maggiore considerazione che si ricava dal testo evangelico, è che Gesù fa il suo ingresso a Gerusalemme, sede del potere civile e religioso in Palestina, acclamato come solo ai re si faceva, a cavalcioni di un’asina.
Bisogna dire che nel Medio Oriente antico e di conseguenza nella Bibbia, la cavalcatura dei re, prettamente guerrieri, era il cavallo, animale nobile e considerato un’arma potente per la guerra, tanto è vero che non c’erano corse di cavalli e non venivano utilizzati nemmeno per i lavori dei campi.
Logicamente anche il Messia, come se lo aspettavano gli ebrei, cioè un liberatore, avrebbe dovuto cavalcare un cavallo, ma Gesù come profetizzato da Zaccaria, sceglie un’asina, animale umile e servizievole, sempre a fianco della gente pacifica e lavoratrice, del resto l’asino è presente nella vita di Gesù sin dalla nascita, nella stalla di Betlemme e nella fuga in Egitto della famigliola in pericolo.
Quindi Gesù risponde a quanti volevano considerarlo un re sul modello di Davide, che egli è un re privo di ogni forma esteriore di potere, armato solo dei segni della pace e del perdono, a partire dalla cavalcatura che non è un cavallo simbolo della forza e del potere sin dai tempi dei faraoni.
La liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo adatto al di fuori della chiesa; i fedeli vi si radunano e il sacerdote leggendo orazioni ed antifone, procede alla benedizione dei rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli (possono essere già dati in precedenza, prima della benedizione), quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa.
Qui giunti continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo il ciclico calendario liturgico; il testo della Passione non è lo stesso che si legge nella celebrazione del Venerdì Santo, che è il testo del Vangelo di s. Giovanni.
Il racconto della Passione viene letto alternativamente da tre lettori rappresentanti: il cronista, i personaggi delle vicenda e Cristo stesso. Esso è articolato in quattro parti: l’arresto di Gesù; il processo giudaico; il processo romano; la condanna, l’esecuzione, morte e sepoltura.
Al termine della Messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, conservati quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. Si usa in molte regioni, che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.
In molte zone d’Italia, con le parti tenere delle grandi foglie di palma, vengono intrecciate piccole e grandi confezioni addobbate, che vengono regalate o scambiate fra i fedeli in segno di pace.
La benedizione delle palme è documentata sin dal VII secolo ed ebbe uno sviluppo di cerimonie e di canti adeguato all’importanza sempre maggiore data alla processione. Questa è testimoniata a Gerusalemme dalla fine del IV secolo e quasi subito fu accolta dalla liturgia della Siria e dell’Egitto.
In Occidente giacché questa domenica era riservata a cerimonie prebattesimali (il battesimo era amministrato a Pasqua) e all’inizio solenne della Settimana Santa, benedizione e processione delle palme trovarono difficoltà a introdursi; entrarono in uso prima in Gallia (sec. VII-VIII) dove Teodulfo d’Orléans compose l’inno “Gloria, laus et honor”; poi in Roma dalla fine dell’XI secolo.
L’uso di portare nelle proprie case l’ulivo o la palma benedetta ha origine soltanto devozionale, come augurio di pace.
Da venti anni, nella Domenica delle Palme si celebra in tutto il mondo cattolico la ‘Giornata Mondiale della Gioventù’, il cui culmine si svolge a Roma nella Piazza S. Pietro alla presenza del papa. (Autore: Antonio Borrelli già Dirigente d’Azione Cattolica nella Diocesi di Napoli, è appassionato da sempre di agiografia)
Generalmente i fedeli portano a casa i rametti di ulivo e di palma benedetti, per conservarli quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. In molte regioni, si usa che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.
In molte zone d'Italia, con le foglie di palma intrecciate vengono realizzate piccole e grandi confezioni addobbate (come i parmureli di Bordighera e Sanremo), o le notissime dalle nostre parti "palme di confetti", che vengono regalate o scambiate fra i fedeli in segno di pace.
Nelle zone in cui non cresce l'ulivo (come l'Europa settentrionale), i rametti sono sostituiti da fiori e foglie intrecciate.
sabato 27 marzo 2010
"UN PESCATORE DI ANIME" 17 APRILE 2010 - BIBLIOTECA COMUNALE DI PIANO DI SORRENTO
Attesa frenetica ... fin troppo ... ma adesso possiamo annunciarlo.
Sabato 17 Aprile p.v. alle ore 19,00 sarà presentato presso la Biblioteca Comunale di Piano di Sorrento, il volume "Un Pescatore di Anime", opera inedita dell'indimenticato Don Alfredo Ammendola, sacerdote e letterato, autore di decine decine di lavori sulla storia del nostro paese (su tutti il romanzo "il Dolce Nido") e di teologia e di letteratura (esperto e cultore di Dante).
Le sue ossa riposano, dopo un lungo iter burocratico, nell'Oratorio di san Nicola, in quel luogo che lui ha tramutato, rivoltato come un calzino. Quella cappella, ridotta in epoca post-unitaria a mero fienile (si, tutto vero!!!) fu da lui ingrandita e allargata, consentendo l'accesso ai tanti giovani che da 81 anni senza continuità di sosta frequentano un luogo che è insieme preghiera e canto, gioco e divertimento.
Il volume sarà distribuito gratuitamente al termine della presentazione. Ringraziamo fin ora l'Amm. Comunale, per la sensibilità dimostrata ad accogliere in un luogo tanto caro all'autore Don Alfredo (che in molti ricordano portare i suoi lavori - personalmente - in biblioteca), un suo lavoro ... il suo ultimo lavoro ...
Nei prossimi giorni vi informeremo sul programma dell'iniziativa e su altre chicche di questo lavoro, che racchiude in 120 pag. un pezzo di storia del nostro Oratorio e della nostra città.
CRISTO VELATO, CRISTO SVELATO, CRISTO RIVELATO
il nuovo e atteso Cristo Morto che percorrerà le strade della parrocchia e della città di Piano la sera del Venrdì Santo, ha vissuto ieri - Venerdì di Passione - il suo "debutto" , portato a spalla da alcuni confratelli e rigorosamente velato, e scortato da una piccola fratellanza in apertura e dai Priori dell'Incipit Vita Nova in chiusura (erano inoltre presenti le autorità cittadine, prima fra tutte il Sindaco prof. Giovanni Ruggiero) . la piccola processione si è "inerpicata" lungo la ripida via Cavone, partendo dalla omonima cappella e arrivando tra lo sciogliersi delle campane, nella chiesa della SS. Trinità.
Ad attenderla, Don Marino appunto, e la corale della SS. Trinità. Momento di preghiera, di riflessione e quelle tre parole scandite nell'arco della celebrazione, quasi a ricordarci che la quaresima si può racchiudere nella testimonianza vissuta in questa magica serata ... cuore velato - cuore da svelare e rivelare al mondo nella gioia della Pasqua ... ed ecoola la statua: velata e poi scoperta, ad ammonirci che la morte è solo passaggio ... rivelazione di una vita nuova che ci aspetta ...
A svelare il bellissimo simulacro (scolpito ad Ortisei), due giovani seminaristi della parrocchia, coloro i quali - ricorda Don Marino - sono e sentono più vicino l'amore di quel Cristo morto e risorto per noi ... velato e rivelato a tutti noi ...
venerdì 26 marzo 2010
AVVISO AI RAGAZZI (E NON SOLO)
DOMANI SERA ULTIMO APPUNTAMENTO COL CALCETTO
PRIMA DELLA PAUSA PASQUALE.
PEPPE E TUTTO LO STAFF FARA' GLI AUGURI AI RAGAZZI
CON UN SIMPATICO DOLCE REGALO.
NATURALMENTE RAGAZZI E I LORO GENITORI SONO INVITATI ALLA CERIMONIA DEL "BACIO DELLA CROCE"
LA SERA DEL MARTEDI' SANTO 30 MARZO
L'ORATORIO CHIUDE I BATTENTI DA MERCOLEDI' 31 A MARTEDI' 6 APRILE
CI RITROVIAMO CON IL TEATRO IL 7 APRILE - IL CALCETTO INVECE SABATO 10 E PARTIRA' IL CONTO ALLA ROVESCIA PER IL SAN NICOLA CUP!!!!!!!
giovedì 25 marzo 2010
"Abbiamo scelto la circonvallazione e non la mulattiera del Calvario". (Don Tonino Bello)
«Non c’è nessuno di noi che non parli con eloquenza del “legno santo”, o che in Quaresima non canti con tutta l’anima il “Vexilla regis”, o che nel venerdì santo non intoni l’inno alla “Crux fidelis”. La croce rimane sempre al centro delle nostre prospettive. Ma noi vi giriamo al largo. Troppo al largo. Prendiamo una extramurale lontanissima dal colle dove essa s’innalza. E’ come quando, in viaggio, si sfiora una città passando dalla tangenziale. Mentre l’automobile corre sulla strada, si dà ogni tanto un’occhiata ai campanili che si ergono e alle torri che svettano. Ma poi tutto finisce lì. Purtroppo la nostra vita cristiana non incrocia il Calvario. Non s’inerpica sui tornanti del Golgota. Passa di striscio dalle pendici del luogo del cranio. La croce l’abbiamo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel cuore: Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte: Le rivolgiamo inchini e incensazioni in chiesa, ma ci manteniamo agli antipodi della sua logica. Dobbiamo ammetterlo con amarezza. Abbiamo scelto la circonvallazione e non la mulattiera del Calvario. Abbiamo bisogno di riconciliarci con la croce e di ritrovare, sulla carta stradale della nostra esistenza paganeggiante, lo svincolo giusto che porta ai piedi del condannato!».
Parole su cui riflettere ... C'è ancora tempo per imboccare la strada giusta, lasciare il comodo sedile della nostra auto e inerpicarci, con zaino in spalla verso una Pasqua più vera ...
mercoledì 24 marzo 2010
"Per incanto e Per Amore" - Martedì Santo 30 Marzo 2010, ore 19.30
Ieri sera Vincenzo Russo, primo Assistente del nostro sodalizio, ha concluso i suoi appuntamneti di preghiera a San Nicola ... passa il testimone alla cerimonia di Martedì Santo sera.
"Per incanto e per Amore". E' questo il titolo dato alla cerimonia del prossimo 30 marzo p.v. dove attorno alla struggente storia di una madre, e di un figlio. Rivivremo il dolore di Maria, la madre delle madre, crocevia di ogni dolore.
e a conclusione il simbolico bacio della Croce del sodlaizio, che retto tra le mani di un confratello viene teneramente salutato dai giovani, confratelli, consorelle, fedeli presenti.
Martedì prossimo tracceremo attorno alla Croce un simbolico primo bilanco ... 5 anni "senza" ; ma 5 anni con qualcosa in più ...
Senza dimenticare che essere in Basilica ad attendere il rientro della "Processione Bianca" è anch'esso quel qualcosa in più che faticosamente e perciò con più gioia abbiamo ottenuto, condiviso, riconquistato ... Perchè in fondo è anche questo è essere fratelli in cammino ... confratelli in cammino ...
martedì 23 marzo 2010
Gli amici della SS. Trinità in festa per la nuova statua del Cristo Morto
Tutta la comunità, e non solo, durante la manifestazione "II Gusto del Pane", si è data da fare per contribuire all'acquisto della statua. Il sogno, finalmente, è diventato realtà: venerdì 26 marzo, con una solenne cerimonia che vedrà invitati i priori degli altri Sodalizi, la comunità di Trinità accoglierà con gioia il simulacro in arrivo da Ortisei (BZ), dove esperte e sapienti mani l'hanno realizzata.
Alle ore 20.15 Il corteo partirà dalla Cappella del Cavone verso la Chiesa della SS.Trinità Alle ore 20.30 Accoglienza, preghiera e benedizione della nuova statua.
Echi Barocchi in Penisola Sorrentina. Nuovo appuntamento di fede e tradizione
Con il concerto di domenica sera 28 marzo 2010, alle ore 19,30 presso la chiesa di Santa Teresa a Piano di Sorrento, si apre la rassegna "Echi Barocchi" che per due settimane vedra in particolare i comuni di Piano e di Sant'Agnello protagonisti di questa interessante iniziativa.
Alla serata musicale del 28 marzo p.v. prenderanno parte, nell'esecuzione dello "STABAT MATER" di Roberto ALTIERI, i seguenti cori:
CORO GENESI DELL'ASS.TERTIUM MILLENNIUM
CORALE dei PUERI E JUVENES CANTORES "S.MICHELE ARCANGELO"
ORCHESTRA "TOSCANINI"
SOPRANO : M° ANNA MARIA GARGIULO
TENORE : M° CARMELO d'ESPOSITO
DIRETTORE : M° ROBERTO ALTIERI
venerdì 19 marzo 2010
METTIAMOCI IN CAMMINO ...
GIOVEDI' 1 APRILE 2010
ore 19,30 - Governo dell’Arciconfraternita e Fratellanza: Basilica di San Michele Arcangelo: Altare della Reposizione e canto dell’inno “Genti Tutte”;
ore 19,30 - Congrega della Santissima Annunziata: “Sulla Via della Croce”, cerimonia di assegnazione dei Simboli della Passione;
ore 19,45 - Complesso bandistico “Città di Campobasso” : Largo dell’Annunziata “Afflitta” concerto bandistico;
ore 19,45 - Coro dell’Annunziata: Basilica di San Michele Arcangelo, Via San Michele, Via Stazione, Via Santa Margherita, Largo dell’Annunziata;
ore 20,00 - Coro del Miserere e Complesso Bandistico “Palazzo San Gervaso”: Chiostro dell’Immacolata, Via Carlo Amalfi;
ore 20:15 - Largo dell’Annunziata: Una Comunità in Cammino cerimonia di uscita della Processione
Via Carlo Amalfi, Via San Michele, Via Stazione, Via Santa Margherita, Largo dell’Annunziata, Via Carlo Amalfi, Via Bagnulo, Via dei Pini, Corso Italia, Piazza della Repubblica, Via Mercato Via delle Rose, Via Ripa di Cassano, Via Madonna di Rosella, Chiesa di Santa Maria delle Grazie detta di Rosella, Altare della Reposizione, Via Bagnulo, Via Carlo Amalfi,Basilica di San Michele Arcangelo, cerimonia di rientro della processione
VENERDI' 2 APRILE 2010 – NOTTE
CONFRATERNITA DELLA PURIFICAZIONE DI MARIA SS. DI MORTORA
Il Simulacro della Madonna Addolorata accompagnato dal Coro del “Figlio Mio” percorrerà: Via Sant’Andrea, Cappella di Sant’Andrea
ARCICONFRATERNITA DELLA MORTE ED ORAZIONE
Altare della Reposizione Il Gruppo Madonna percorrerà le seguenti strade: Largo San Michele, Via San Michele, Via Stazione, Via Santa Margherita, Cappella di Santa Margherita.
CONFRATERNITA DELLA PURIFICAZIONE DI MARIA SS. DI MORTORA
ore 20,00 - Oratorio della Confraternita, Piazzale della Chiesa Parrocchiale, Vico Mortora, Via Mortora-San Liborio, Via San Liborio, Via Mortora-San Liborio, Via dei Platani, Via Cavone, Corso Italia, Via Mortora-San Liborio, Chiesa Parrocchiale di Santa Maria di Galatea, Solenne Cerimonia di chiusura.
ARCICONFRATERNITA DELLA MORTE ED ORAZIONE
ore 20,00 - gli Incappucciati Neri percorreranno le seguenti strade: Via Carlo Amalfi, Largo dell’Annunziata, e ingresso nella Basilica
di San Michele Arcangelo attraverso la porta laterale. Largo San Michele: Incontro del Cristo e della Madonna Addolorata Via Francesco Ciampa, Via Mariano Maresca, Via delle Rose, Via Ripa di Cassano, Via Madonna di Rosella, Via Bagnulo, Via dei Pini, Corso Italia, Piazza della Repubblica, Via Mercato, Via delle Rose, Via Carlo Amalfi, Basilica di San Michele Arcangelo: Cerimonia di Rientro della Processione.
martedì 16 marzo 2010
"Parla con me ..." incontro-preghiera giovani
lunedì 15 marzo 2010
PELLEGRINI DELLA MEMORIA
Da martedì sera (dopo il momento di preghiera guidata dal primo Ass. Vincenzo Russo) è possibile ritirare la veste per la partecipazione con la fratellanza del nostro sodalizio.
domenica 14 marzo 2010
L'opuscolo è pronto ...
Ricordo inoltre che l'Oratorio sospende le proprie attività per una settimana dal Mercoled' Santo al Martedì successivo dopo Pasqua ... le attività riprenderanno regolarmente mercoledì 7 aprile p.v.
SUBLIMI EMOZIONI - L'Ora della Madre ...
Raccontare le emozioni della "Ora della Madre" concerto preghiera che ieri sera ha idealmente aperto gli appuntamenti quaresimali della Congrega dei Luigini, è impresa ardua: tanti i sussulti, i brividi ... tanta l'attesa ... giustamente ripagata ... Comincio col riportarvi le parole del Dott. Biagio Verdicchio, secondo assistente del Sodalizio dei Luigini, che a nome dell'intera amministrazione, retta dal Priore Lorenzo Milano, ha così presentato l'iniziativa:
"Mentre Jacopone da Todi nelle valli dell’Appennino componeva lo Stabat Mater, struggente lauda sulla figura di Maria ai piedi del Golgota, una piccola cappella dedicata da un ricco sacerdote, don Parisio de Maxo, ai santi Nicola e Antonino a perenne protezione dei naviganti della piana di Sorrento veniva eretta nella parte più antica della città ...
Destini della vita: una piccola cappella fa echeggiare stasera le auliche parole di un padre della lingua italiana ... il che rende San Nicola per una sera vicina, anzi no, uguale a città come Molfetta, Sessa Aurunca, Noicattaro, Agrigento, Palermo, Taranto ... terre in cui le dominazioni spagnole hanno lasciato ancora oggi nitido il ricordo delle processioni penitenziali della settimana santa, dei misteri, del Miserere, dello Stabat Mater.
In questa notte della fede, del mistero, della tradizione, il sodalizio dei luigini che rappresento insieme al priore Lorenzo Milano e a Vincenzo Russo chiude idealmente un ciclo di oltre quindici anni, consapevoli che da stasera se ne apre un altro ... quello in cui abbiamo tutti acquisito una più forte maturità, quello che ci rende al pari degli altri sodalizi di questa città, dell’unità pastorale e della penisola sorrentina, custodi di una tradizione che tra qualche settimana vivremo, stando per le vie o partecipando direttamente ai riti della settimana santa.
Tradizione che vive in questa splendida statuina dell’addolorata alle mie spalle, forgiata dalle abili mani di un artigiano partenopeo di San Biagio dei librai e vestita con cura sapiente da due nostri confratelli; un dono che altri 2 cum fratres hanno voluto fare al nostro sodalizio nell’occasione dello Stabat
Tradizione che ci vedrà la sera del giovedì santo 2010 attendere nuovamente gli amici della ss. Annunziata al rientro in basilica; come lo scorso anno ... altro segno di comunione e grazia.
Ma adesso lasciamoci trasportare dall’atmosfera delle struggenti parole della lauda di Jacopone da Todi magistralmente eseguita dalla corale dei Pueri et Juvenes Cantores, dagli Eldar ,dal maestro tenore Carmelo d’Esposito e dal soprano Annamaria Gargiulo, accompagnati all’organo dal maestro Mario Castellano.
Tutto questo in una sera dove fede storia e tradizione si mescolano alla nostra preghiera, alla preghiera di una madre che piange teneramente, sommessamente il suo amato figlio ..."
Il resto lo lasciamo alle foto, all'allestimento scenografico predisposto per l'arrivo della bellissima statuina dell'Addolorata che ora troneggia sull'altare della piccola cappella, che per una sera ha reso il nostro Oratorio, come ricordato dal secondo Assistente, alla pari dei grandi sodalizi del sud Italia e alle loro viscerali tradizioni.
Sembra doveroso ringraziare gli artefici di queste emozioni:
"Gli Eldar"
Gargiulo Claudio
Mastellone Daniela
Ruggiero Ivana
Rossi Salvatore
Pueri et Juvenes Cantores "San Michele Arcangelo"
De Carolis Antonella
D'Esposito Maria Pia
D'Esposito Michela
Iaccarino Marianna
Irolla Annamaria
Irolla Antonella
Irolla Enza
Milano Anna
Milano Caterina
Milano Mena
Milano Raffaella
Staiano Pina
Volpe Elisa
M° tenore Carmelo d'Esposito
M° soprano Annamaria Gargiulo
all'organo il M° Mario Castellano
sabato 13 marzo 2010
Rintocchi di Fede ... L'Ora della Madre ci dà il senso di una fede e di una grazia infinita
Pomeriggio di preparativi per il concerto di questa sera ... l'Addolorata svetta sull'altare della piccola cappella dell'oratorio di San Nicola, le prove generali di ieri l'altro ci hanno dato il senso di due mesi e mezzo di preparativi intensi ... nemmeno il tempo di riporri i pastori negli scatoli, che già le struggenti note della Lauda di Jacopone di Todi prendevano piede.
Stasera non sarà dunque una serata come tante, sarà la sera della fede, della tradizione, della preghiera e ... di una ritrovata maturità ...
Maturità che vede il concerto "L'ora della Madre" segnalato sul maggiore quotidiano del sud Italia. Il Mattino dell'11 marzo scorso ne ha dato notizia con tanto di nomi e protagonisti. Posso solo dire, che seppur non avendo fatto nulla avvisando la redazione, ne siamo orgogliosi. Un onore mai capitato, un altro segnale che "il fare" porta sempre frutto ... frutto di Grazia
martedì 9 marzo 2010
Una foto ... una storia ... mille storie
In copertina la bella foto che vedete qui sopra. E' questa la foto scelta come sfondo della cartolina che sarà data a tutti coloro i quali parteciperanno all'incontro del Martedì Santo sera ... Una foto che racchiude storia, fede e tradizione ... parole molto care in questa Quaresima 2010
La realizzatrice di questa foto (come di due delle quattro che campeggiano nella pagina dei Luigini, sull'opuscolo coi percorsi processionali, che presto riceverete ) è una giovane fotografa, Raffaella Valcaccia, diplomata all'Istituto d'Arte , che con garbo e gusto ha immortalato questi simboli processionali che, per incanto e per amore sono protagonisti di questa intensissima fotografia. Cogliamo l'occasione per ringraziarla.
domenica 7 marzo 2010
"INSEGUENDO LE PROCESSIONI"
La Settimana Santa è la settimana nella quale il Cristianesimo celebra gli eventi correlati agli ultimi giorni di Gesù, comprendenti in particolare la sua passione, morte e resurrezione. Gli ortodossi chiamano la stessa “grande settimana”, perché commemora le grandi opere di Dio per l’umanità. In molte città italiane e straniere si svolgono nei giorni di Giovedì, Venerdì, Sabato santo i Riti della Settimana Santa, come i misteri, via crucis in cui le statue (dette anche simboli) sono portate in processione dai confratelli.
La storia delle processioni penitenziali durante la settimana santa a Sorrento comincia con molta probabilità intorno al 1100.
Si è a conoscenza di laici che percorrevano le strade della cittadina “assaccati” e portando una semplice croce. Una antichissima confraternita sorrentina era quella dei Battenti di Sant’Antonino, o Confratrum Frustigantium, istituita intorno al 1378; i confratelli si flagellavano in segno di penitenza. Questa tradizione della flagellazione fu tramandata anche nei secoli successivi, mantenuta soprattutto dall’ Arciconfraternita della Morte.
Ed e’ lungo le anguste stradine dei paesi della costiera sorrentina percorse dagli incappucciati che rinnovano il fascino di una secolare tradizione che si ripete, ogni anno avvolgendo il tutto in un’atmosfera di magia, che attira folle di persone in silenziosa e mesta confusione.
Descrivere l’atmosfera che circonda le processioni così coinvolgenti e suggestive non è cosa facile; bisogna viverle, “esservi dentro” ed immergersi in quell’aria misteriosa e severa, delicata ed altera, ma sempre e comunque di grande drammaticità per capirne l’essenza e riceverne emozioni e sentimenti. Nelle buie notti tra giovedi’ e venerdi’ santo, celati nei loro cappucci mentre intonano canti antichi e struggenti, i fedeli rievocano immortali rappresentazioni che le cui origini si perdono indietro nei secoli.
Si racconta che San Pietro, nel suo viaggio verso Roma, abbia sostato lungo nella costa sorrentina, ed e’ da lui che ha origine l’attaccamento al Cristianesimo delle nostre genti, che hanno sempre mantenuto viva la fede, resistendo alle tentazioni e alle deviazioni che nei secoli hanno minato l’unita’ della Chiesa.
Le processioni ne sono una testimonianza vivissima, come le tante chiese ed edicole sparse un po’ dovunque, la ricchezza con cui sono state costruite e la cura con la quale sono conservate, la presenza di molti ordini monastici testimoniati dai tanti conventi e monasteri, tutte queste tradizioni sono tenute vive soprattutto le “confraternite”, costituite non solo dai fedeli Cristiani ma anche da moltissimi laici attratti dal mistero che avvolge i riti della Settimana Santa.
Dalla visita dei “Sepolcri” alle diverse processioni che cominciano nel pomeriggio di Giovedi’ fino a quelle della notte del Venerdi’ Santo, e’ tutto un susseguirsi di funzioni sacre, celebrazioni, cortei che fanno della penisola sorrentina un continuo mesto rituale funebre a cui partecipano migliaia di persone. La visita ai Sepolcri e l’andare di chiesa in chiesa a pregare il Cristo Morto del Venerdi, il seguito del canto della Passione di Cristo e la processione che accompagna la Madre Addolorata, sono tutti momenti di grande partecipazione di fede.
Ore di veglia notturna e di file e code d’attesa infinite sono da mettere in conto per coloro che vogliono sperare di ricevere l’”invito” da parte della Confraternita a partecipare ai riti in veste di protagonista.
Un protagonismo che, per altro, non si manifesta né viene rivelato ad altri perché la partecipazione consiste nell’indossare il saio e il cappuccio che copre dalla testa ai piedi lasciando liberi solo i due fori per gli occhi.
Insomma: le lunghe attese da parte dei fedeli sono finalizzate solo alla partecipazione, non alla esibizione. E quindi perché non pensare che nel rito ci sia soprattutto fede?Il compito degli incappucciati, inoltre, non si limita alla sola processione, ma anche a meditare e cantare in coro il salmo 50 di Davide e, soprattutto, a prendere parte al canto corale del Miserere, espressione di pentimento e di espiazione attraverso le cui strofe si medita collettivamente sul sacrificio del Golgota.
Ogni confraternita ha qualche tratto caratteristico suo proprio che la differenzia dalle altre. Differenze che, ovviamente, sono sottolineate dai membri d’ognuna.
Ogni partecipante si sente investito dal ruolo di testimonianza che svolge, un ruolo nel quale si impegna con la stessa devozione usata dai propri antenati che gli hanno insegnato a “godere della Pasqua solo dopo aver partecipato ad almeno una Processione”.
Infatti la Settimana Santa impone, ai pellegrini che visitano la costiera sorrentina, propri ritmi e ritualità: bisogna partecipare almeno a una processione ma, meglio, se se ne partecipa a diverse. Una “necessità” che negli anni ha sovente rischiato di creare confusione.
Addirittura, vista la prossimità dei paesi e delle strade e la contemporaneità delle processioni, in anni passati s’era stabilito anche un “diritto di precedenza” delle varie processioni nel momento in cui era inevitabile si incrociassero.In tal senso era motivato anche la presenza, in testa alle file di fedeli, di giovani partecipanti della Confraternita che ritmando con il suono di tamburi l’incedere della processione “avvertivano” le altre confraternite del proprio arrivo.
La questione fu risolta dall’autorità vescovile, che stabilì che le processioni non valicassero i confini dei singoli comuni.Ma tant’è: restano i tamburi e il loro lugubre incedere e restano le fughe dei fedeli che assistono il passaggio ora dell’una e ora dell’altra confraternita. Un suggerimento molto prosaico ma efficace per i turisti che visitano la costiera in questi giorni: munitevi d’un ciclomotore, uno scooter, o una moto per “inseguire” le varie processioni o, meglio ancora, andate a piedi: eviterete il caos del traffico e potrete dedicarvi con maggior amorevolezza alla cura della vostra anima oltre che del corpo.
sabato 6 marzo 2010
UN PICCOLO SACERDOTE, UN GRANDE SOGNO REALIZZATO
Il minuscolo Oratorio di S. Nicola, in cui Don Eduardo da fanciullo ricevette la soda formazione religiosa, e che diede agio alla sua vocazione sacerdotale di sbocciare, è il campo prediletto del suo apostolato. Fu questo piccolo tempio che farà risplendere il suo zelo di apostolo e si prodigherà instancabilmente fino alla morte. Fu questo campo fecondo, consacrato all’educazione religiosa della gioventù di Piano, dove egli era caduto come un seme trasportato sulle ali del vento, era germogliato e, crescendo rigogliosamente, aveva prodotto frutti abbondanti e profumati. [...] Egli stesso adoperava queste immagine e ripeteva spesso, davanti alle aspirazioni altrui di glorie terrene: “Son rimasto, dove son caduto”. Ed era stato la mano provvidenziale del Signore ad assegnargli questo piccolo campo, giacché egli, leggendo nel futuro conosceva perfettamente il bene che un tale fedele operaio avrebbe operato nella sua vigna. Il giorno stesso della sua prima Messa, il suo vecchio zio (il canonico Don Michele Castellano) l’aveva richiesto come aiuto al suo fianco nella piccola Cappella. Don Eduardo aveva desiderato l’invito e con il consenso dell’Arcivescovo aderì con entusiasmo alla chiamata che vedeva venire dall’alto. Ecco come egli ne scrive al suo diletto Ferdinando: “Sono stato assegnato alla Cappella di San Nicola per la direzione dei giovanetti, ed ieri feci loro il primo fervorino per la comunione”. Queste parole prese così da sole non dicono molto, è vero, ma chi osserva i fatti, che testimoniano a tutti lo zelo del suo ministero in S. Nicola, sente in esse come l’inizio di un grandioso inno ...
(Don Alfredo Ammendola, Un pescatore di anime, cenni biografici del Can. don Eduardo Mastellone).
Don Eduardo diede tutto per il piccolo oratorio e per l’accoglienza dei fanciulli di Piano. Quando fu nominato sacerdote, sabato 17 dicembre 1892, all’età di 27 anni, fu subito assegnato come coadiutore dello zio Canonico Michele Castellano, presso la Congrega di Spirito di San Nicola, sorta nel 1875. Alla morte dello zio, quattro mesi più tardi, e conclusi gli studi teologia, guidò le sorti della piccola congregazione, dandone i connotati di oratorio, sul modello guida di Giovanni Bosco scomparso a Torino da soli 5 anni. Don Eduardo si diede subito da fare: dopo i primi lavori nel 1912 (l’allargamento della cappella con la costruzione della nuova sacrestia e l’acquisto di un campo adiacente), nel 1926 diede il via a nuovi lavori: un’ampia sala per gli incontri al coperto e l’adattamento del campo a cortile per i giochi all’aperto.
In meno di tre anni i lavori furono ultimati. La struttura dell’Oratorio, così come la conosciamo tuttora, era completata ... Il seme gettato in questo lembo di penisola sorrentina aveva dato frutti di grazia ... Don Salvatore Branca, nell’omelia del primo aprile 2008, nel giorno in cui ricorre la memoria di don Eduardo, ha ricordato come dobbiamo essere grati anche a figure come queste, che hanno lavorato nell’ombra e che oggi sono a noi quasi sconosciute: è la schiera del popolo di Dio che silenziosamente ha prodotto e portato frutti di grazia che dopo ottant’anni sono ancora presenti e vivi nel nostro paese ...
Ed è l’occasione di questo libro ad aprirci nuovamente la mente a chi prima di noi ha cullato un sogno, realizzando e creando un luogo che ha fatto da “padre, amico, maestro” a generazioni di Carottesi, una città intera cresciuta in quelle sale, in quel campetto che senza l’ardore di un “piccolo-grande” sacerdote sarebbe stato ridotto, chissà, ad un fienile ... E’ questa l’occasione per ricordare e festeggiare non tanto l’istituzione, ma tutti gli uomini che hanno “vissuto” un pezzo della loro giovinezza in queste sale ... perché in fondo questa è un po’ la storia di tutti quanti noi ...