Riporto dal sito del corriere della sera (http://www.corriere.it/) la cronaca della visita di questa mattina del Santo Padre Benedetto XVI all'Aquila e nelle zone terremotate. Commovente l'omaggio nella distrutta chiesa di Collemaggio, alle spoglie mortali di Celestino V, il pontefice del "gran rifiuto".
Gli abruzzesi, anche in nome delle persone morte sotto le macerie, «attendono di veder rinascere questa loro terra, che deve tornare a ornarsi di case e di chiese, belle e solide». È un discorso non convenzionale quello di Benedetto XVI, in visita nella tendopoli di Onna, il paese raso al suolo dal terremoto del 6 aprile. Ha espresso la sua «cordiale vicinanza» agli sfollati, che ha voluto idealmente «abbracciare con affetto uno ad uno», elogiando la forza d'animo che stanno dimostrando: «Ora, come in passato, non vi siete arresi, non vi siete persi d'animo. C'è in voi una forza d'animo che suscita speranza». Sfollati che stanno facendo duramente i conti con il maltempo e con lo sciame sismico che non dà tregua (anche durante la visita del Papa, alle 10.10, c'è stata una scossa di magnitudo 2.7 con epicentro vicino a L'Aquila).
«QUESTA TERRA RISORGA» - Durante la visita, di mezz'ora, il Papa ha salutato e stretto le mani a molti terremotati e soccorritori e ha accarezzato alcuni bambini. «Sono venuto di persona in questa vostra terra splendida e ferita, che sta vivendo giorni di grande dolore e precarietà - ha detto -, vi sono stato accanto fin dal primo momento, ho seguito con apprensione le notizie condividendo il vostro sgomento e le vostre lacrime, vorrei abbracciarvi con affetto uno a uno». Poi ha parlato della solidarietà, del «grido preoccupato di tante famiglie che hanno perso tutto: case, risparmi, lavoro e a volte anche vite umane». Una risposta concreta, ha detto, «passa attraverso la nostra solidarietà che non può limitarsi all'emergenza iniziale, ma deve diventare un progetto stabile e concreto nel tempo». Per questo ha incoraggiato «istituzioni e imprese, affinché questa città e questa terra risorgano». Il Papa ha incontrato brevemente il vice caporedattore del quotidiano Il Centro, Giustino Parisse, che sotto il terremoto, proprio a Onna, ha perso il padre e due figli.
A COLLEMAGGIO - Prima delle 11 Benedetto XVI, accompagnato dall'arcivescovo de L'Aquila Giuseppe Molinari, da Guido Bertolaso e da Gianni Letta, ha lasciato Onna diretto a L'Aquila in auto. Ha raggiunto la basilica trecentesca di Collemaggio, gravemente danneggiata dal sisma, dove per l'occasione sono state esposte nell'ingresso le spoglie di Celestino V. Entrato dalla Porta Santa, che era stata chiusa dopo il terremoto, il Papa ha deposto il suo pallio sull'urna con le reliquie donandolo quindi alla basilica. Si tratta di un a stola di lana bianca che Benedetto XVI ha indossato il giorno dell'inizio del suo pontificato, quattro anni fa: simboleggia il legame tra il successore di Pietro e la Chiesa universale. Davanti alla basilica il Papa si è rivolto ai vigili del fuoco: «Grazie per il lavoro che avete fatto» ha detto al direttore centrale per l'emergenza Sergio Basti e al comandante dei pompieri dell'Aquila Roberto Lupica.
CASA DELLO STUDENTE - Dopo una decina di minuti è uscito per raggiungere la Casa dello studente, dove ha incontrato dodici giovani, stringendo loro a lungo le mani. Gli studenti hanno consegnato al Pontefice una lettera. Tappa finale, la scuola della Guardia di finanza di Coppito, dove Benedetto XVI ha salutato diverse autorità istituzionali - tra cui il comandante della scuola - e religiose. Uno dei primi a baciargli la mano è stato padre Quirino Salomone, rettore della basilica di San Bernardino. La partenza, inizialmente prevista per le 12, subirà sicuramente un ritardo visto il cambio di programma dovuto al maltempo che ha impedito il viaggio in elicottero. Il Papa aveva chiesto di sorvolare le zone più colpite dal sisma, ma bisognerà vedere se le condizioni del tempo lo permetteranno.
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