domenica 28 novembre 2010

FESTA DI SAN NICOLA 2010


Si rinnova l'appuntamento con la tradizione ...

Lunedì 6 dicembre 
ore 18.45

Solenne Celebrazione Eucaristica nel giorno in cui la Chiesa ricorda il Vescovo di Myra 
San Nicola

la celebrazione sarà presieduta da 
Don Tonino de Maio

a seguire irrinunciabile appuntamento con la distribuzione del pane benedetto

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venerdì 26 novembre 2010

Il Calabrone - edizione natalizia ... in arrivo il prossimo 6 dicembre

Nuovo numero in preparazione de "Il Calabrone", periodico interno dell'Oratorio di San Nicola.


Sarà distribuito gratuitamente la sera del 6 dicembre, al termine della celebrazione eucaristica, ma sarà possibile richiederlo anche nei giorni a seguire, per tutto il periodo delle feste.


Un appuntamento da non perdere: il programma del natale 2010, i ricordi dell'estate trascorsa, le attività del sodalizio, la storia di San Nicola nostro protettore.


Che volete di più???
una sbirciatina alla copertina ve la faccio dare ... che ne dite? Vi aspetto! Share/Bookmark

"LUCE CHE UNA STRADA SOLA INSEGNI" II edizione del Natale a San Nicola. Il programma completo!


"Luce che una strada sola insegni" è il titolo del programma natalizio messo in piedi dall'oratorio di San Nicola.
Musica, fede e tradizione per vivere ancor più intensamente questo periodo di Grazia.
Ecco gli appuntamenti:


6 DICEMBRE
Festa di San Nicola
Ore 18.30
Solenne Celebrazione eucaristica
Distribuzione del pane benedetto
Si comincia con la tradizionale e molto sentita festa di S.Nicola. 
La benedizione dei panini benedetti da oltre un secolo, segna un momento di devozione altissimo.


17 - 18 - 19 DICEMBRE
Presepe Vivente a Via Santa Margherita
Ore 18.00 - 20.30
Oratorio di S. Nicola
Scuola primaria S. Michele
Col patrocinio della
Città di Piano di Sorrento

Per tre giorni Via Santa Margherita si trasforma in un angolo della Napoli del '700. dieci portoni coinvolti, la natività nella Cappella dell'Oratorio. Cento i giovanissimi ragazzi della scuola primaria coinvolti.Un appuntamento da non perdere.


25 DICEMBRE - 9 GENNAIO
 Presepe dei ragazzi di San Nicola
X° edizione
Dieci anni sotto questa formula, ma oltre 25 per una tradizione che non stenta a morire, E grosse novità ci sono per questo decennale.


28 DICEMBRE
“Seguendo la Stella”
Concerto - preghiera
dei Pueri Cantores“ S.Michele” diretto dal M° Carmelo d’Esposito
insieme agli “Eldar” e al M° Annamaria Gargiulo
Ore 19.30

Natale e musica, binomio inscindibile: un appuntamento con i classici del Natale e le preghiere più belli di questo tempo magico e tenero. L'evento è patrocinato dalla Città di Piano di Sorrento 


30 DICEMBRE
Riunione del sodalizio
Brindisi augurale 
e “Canzone de Lo capo d’Anno”
Ore 19.00
La riunione di approvazione del bilancio del sodalizio dei Luigini diventa per iscritti e non, un momento di incontro e di scambio di auguri. Il tutto condito dalla gioiosa allegria della "Canzone de Lo Capo d'anno"


Il programma potrà subire variazioni: nuovi ed eventuali appuntamenti saranno prontamente comunicati

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giovedì 25 novembre 2010

quando è tempo di elezioni ... per le confraternite, però

Non crediate che le confraternite siano solo un luogo dal fascino magico e misterioso (soprattutto nel periodo pasquale) ... quando si tratta di nominare i propri rappresentanti entra in gioco il meccanismo più democratico e classico possibile: le elezioni.
Domenica il rinnovo delle cariche toccherà ai "cugini" del sodalizio della SS.Annunziata.
Si conclude così, per le confraternite della parrocchia di San Michele Arcangelo, il cambio dei loro vertici: abbiamo cominciato noi Luigini, con la riconferma di Lorenzo Milano (2° mandato), poi quest'anno è stata la volta della Morte ed Orazione (il nuovo priore è Michele Gargiulo) e domenica toccherà, come dicevo, alla SS.Annunziata
Un in bocca al lupo a coloro i quali hanno avanzato la loro candidatura, ai confratelli e le consorelle coinvolte in quello che è sempre un momento importante per la vita di un sodalizio ...
Essere confratelli dopo il primo decennio del II millennio significa soprattutto indicare alla comunità cattolica le strade da seguire nei prossimi anni .
S.E. Mons. Brambilla, Vescovo Ausiliare di Roma delegato per le Confraternite, ha invitato più volte tutti a credere nel ruolo di evangelizzazione affidato alle Confraternite all’interno della Chiesa in virtù delle loro radici profonde nei secoli e della loro rinnovata vitalità ecclesiale. Egli ha sottolineato l’inalienabilità di queste storiche Pie associazioni nella pastorale delle Parrocchie; rivolgendo appello ai Parroci e ai Padri Spirituali ad accogliere e ad alimentare le Confraternite nella loro azione pastorale incoraggiando le iniziative e il ruolo sociale e religioso dettato dalle loro tradizioni e delle loro regole statuarie, approvate dalle diocesi e dotate di riconoscimento giuridico civile.
E ha rivolto appello anche alle stesse confraternite, stimolandole a proseguire nel loro cammino plurisecolare, che non si esaurisce certamente nella partecipazione alle processioni:”C’è un patrimonio di fede e spiritualità che è presente nella religiosità popolare, nelle feste e nei luoghi particolari di culto che può divenire, adeguatamente evangelizzato, un momento ancora efficace di trasmissione di fede”.
E’, infatti, il senso della tradizione che ci invita a valorizzare il passato per poterlo vivere nel presente e saperlo riproporre nel futuro.
Le confraternite, al di là dei valori storici, delle tradizioni e dei patrimoni di cultura e di arte che furono loro affidati affinché fossero gelosamente custoditi e tramandati, hanno il dovere di svolgere compiti importanti all'interno della Chiesa e, per suo tramite e mandato, nella società in cui sono chiamate ad operare per antica vocazione, lungo le due strade maestre indicate dal Vangelo: la Fede e la Carità.
La Fede quale testimonianza di amore in Cristo e di impegno, attraverso il perfezionamento spirituale, nella missione evangelica intesa come presenza sempre più viva nella comunità ecclesiale e nella società e più consapevole appartenenza al Popolo di Dio.
La Carità quale espressione di fraternità in Cristo attraverso le opere di misericordia per i suoi poveri, i bisognosi di amore, di conforto e di assistenza, gli afflitti dalla solitudine, dallo smarrimento e dal neopauperismo materiale e spirituale.-
A tale proposito mi vengono in mente le parole del Santo padre Benedetto XVI nell’esortazione apostolica ” Sacramentum Caritatatis”al§ 67 : Raccomando vivamente ai Pastori della Chiesa e al Popolo di Dio la pratica dell’adorazione eucaristica, sia personale che comunitaria. Di grande giovamento sarà un’adeguata catechesi in cui si spieghi ai fedeli l’importanza di questo atto di culto. Nel limite del possibile, converrà individuare chiese od oratori da riservare appositamente all’adorazione perpetua. Desidero incoraggiare quelle associazioni di fedeli,come le confraternite, che assumano questa pratica come loro speciale impegno, diventando cosi fermento di contemplazione per tutta la chiesa, per la vita dei singoli e della Comunità.
Le Confraternite oggi vivono in comunione con la Parrocchia di appartenenza, condividono il piano pastorale della Chiesa in particolare di quella locale, e sono al servizio della Comunità non soltanto di appartenenza, ma dell’ intera comunità cittadina. Le confraternite hanno il compito di formare “ Cristiani Adulti”, consapevoli e responsabili del loro battesimo e della testimonianza da offrire agli altri, sia individualmente che comunitariamente attraverso le opere di misericordia spirituale e corporale. In quanto “ Comunità d’Amore, possono contribuire ad educare i giovani e i meno giovani a “ vedere il mondo come creazione”, secondo quanto affermato da Papa Benedetto XVI in una intervista rilasciata prima del suo viaggio in Germania il 9 settembre 2006.
Insomma, alla luce del rinnovato impegno che qualsiasi nuovo amministratore va ad assumersi subito dopo la sua elezione, ricordi sempre - come pure Papa Benedetto ha sottolineato che noi sodalizi non siamo “ semplici società di mutuo soccorso o associazioni filantropiche, ma strumenti al servizio della carità e dell’amore”. “Le vostre Confraternite – ha detto- continueranno ad essere scuole popolari di fede vissuta e fucine di santità; potranno proseguire ad essere nella società "fermento" e "lievito" evangelico e contribuire a suscitare quel risveglio spirituale che tutti auspichiamo”.

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giovedì 18 novembre 2010

23 novembre 1980 - 23 novembre 2010 ... per non dimenticare

la facciata della Basilica di San Michele e l'orologio fermo alle 19.34 (foto da pianoincipit.it)

All'Oratorio di San Nicola si giocava a boccette nella sala, c'era il caos di sempre, con Don Alfredo e Don Antonino ... e il movimento insolito delle boccette non era quello di un "colpo da maestro" .. ci precipitammo fuori al campetto ... minuti interminabili ...

Anche Piano di Sorrento pagò il suo tributo di vittime quella sera orribile del 23 novembre 1980, quando un terremoto di magnitudo  6,9 con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza, e Conza della Campania,colpì la Campania centrale e la Basilicata. Causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti.
11 vittime sul territorio di Piano di Sorrento, ecco i loro nomi:

Matteo Conte, 33 anni di Sant'Agnello
Pietro Venanzio, 55 anni di Sorrento
Lucia Cappiello, 83 anni di Piano di Sorrento
Maria Carotenuto, 18 anni di Piano di Sorrento
Dora Carotenuto, 16 anni di Piano di Sorrento
Angela Carotenuto, 38 anni di Piano di Sorrento
Carolina Quinto, 78 anni di Piano di Sorrento
Andrea del Vecchio, 47 anni di Piazzola di Nola
Antonella Terranova, 39 anni di Piano di Sorrento
Maria Concetta Terranova, 42 anni di Piano di Sorrento
Antonino Martorelli, 12 anni di Piano di Sorrento

Tutti le morti registrate nel nostro comune sono avvenute lungo la fascia costiera dove si registrarono i danni maggiori e sono da riferirsi al crollo di 3 edifici: Villa Fondi e gli edifici situati in Via Cassano e Via Ripa di Cassano.

Noi sopravvissuti, noi che da quell'istante del lontano 23 novembre 1980 alle ore 19,34 ci sentiamo caricati di un compito - RICORDARE.
La Città di Piano di Sorrento, le Confraternite del Piano, il gruppo Scout AGESCI di Piano di Sorrento, la Pro Loco cominceranno questo viaggio nel ricordo domenica 21 novembre dove nelle tre chiese parrocchiali (Piano, Mortora e Trinità) e in Piazza Cota saranno distribuiti ai cittadini ai carottesi gratuitamente dei lumini (distribuzione a cura delle confraternite e degli scout), lumini che dovranno essere portati nelle case ed utilizzati la sera dle 23 novembre.
Martedì alle ore 19,34, ora del sisma, tutte le luci delle case e dei negozi di Piano dovranno spegnersi per 15 minuti ed ogni famiglia porrà sul davanzale il lumino acceso a testimoniare con questo semplice gesto di essere con noi nel ricordo, di non aver dimenticato, di sentirsi parte della comunità carottese che, come una famiglia, quella sera si stringerà nel ricordo di chi non c'è più. 
L'Oratorio di San Nicola e il Sodalizio dei Luigini distribuirà una primissima parte dei lumini già sabato 20 novembre, alle famiglie dei ragazzi impegnati  a calcetto.

Un impegno quello di ricordare una pagina drammatica di storia italiana, della storia di questa città  ... una pagina incancellabile nelle nostre menti, nei nostri cuori ...
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domenica 14 novembre 2010

Santa Cecilia, è vera festa con Don Antonino!

Festa di Santa Cecilia

Lunedì 22 novembre, ore 18.00

Solenne celebrazione Eucaristica
presieduta da 
Don Antonino Guarracino

presso la Cappella della Casa di riposo San Michele
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venerdì 12 novembre 2010

"Luce che una strada sola insegni" ... seconda edizione del Natale all'Oratorio di San Nicola

Febbrile lavoro dello staff dell'Oratorio di San Nicola per mettere a punto gli ultimi dettagli del programma del Natale 2010.


La presentazione ufficiale avverrà alla vigilia della Festività di Santa Cecilia, che segna il via cronologico al periodo più bello dell'anno, che l'Oratorio si appresta a vivere.


Come lo scorso anno, l'insieme delle iniziative avrà come titolo un verso di una bellissima canzone di Mango: "Luce che una strada sola insegni ..."


Arte, musica, religiosità e tanto divertimento: queste le parole magiche che a partire dalla sera del 6 dicembre p.v. festività di San Nicola prenderanno il via!  Share/Bookmark

Santa Cecilia, la santa della musica ...

La festa di santa Cecilia, vergine e martire, è la più popolare fra le feste che si succedono al declinare dell'anno liturgico. Cecilia appartenne ad una delle più illustri famiglie di Roma e nel secolo III fu una delle più grandi benefattrici della Chiesa, per la sua generosità e per il dono che alla Chiesa fece del suo palazzo in Trastevere. Meritò certamente per questo di essere sepolta con onore nel cimitero di san Callisto presso la cripta destinata alla sepoltura dei Papi. Ma ciò che maggiormente contribuì a farla amare dappertutto è il fatto che sul suo ricordo è nato un grazioso racconto, che ha ispirato pittori, musici, poeti e la stessa 

Liturgia.

Cecilia sarebbe stata costretta a sposare un giovane pagano: Valeriano. Durante il festino nuziale, rallegrata dalle melodie della musica, Cecilia nel suo cuore si univa agli Angeli per cantare le lodi di Dio, al quale si era consacrata. Condannata ad essere bruciata nelle terme del suo palazzo, il fuoco non la toccò e, inviato un carnefice, perché le troncasse la testa, tentò tre volte, facendole tre gravi ferite al collo, ma la lasciò ancora semiviva e l'agonia durò quattro giorni. Fu deposta nella tomba vestita della veste di broccato d'oro, che indossava nel giorno del martirio, il suo palazzo fu trasformato in basilica.

Il culto.

I fedeli non dimenticarono la giovane martire e sappiamo che già nel secolo V essi solevano raccogliersi al titolo di santa Cecilia. Nel secolo VI Cecilia era forse la santa più venerata di Roma e nel secolo nono Papa Pasquale restaurò la sua chiesa. Spiacente di non possedere reliquie della santa, il Papa vide una notte in sogno una giovane bellissima, che gli disse essere il suo corpo molto vicino alla chiesa restaurata. Fatti degli scavi si ritrovò il corpo vestito di broccato e fu collocato in un sarcofago di marmo sotto l'altare della chiesa.

Nel 1559 il cardinale Sfondrati, modificando l'altare, ritrovò il sarcofago e lo fece aprire. I presenti videro un corpo coperto di un leggero velo, che ne lasciava intravvedere le forme e sul quale scintillavano i resti della veste di broccato. Emozione e gioia a Roma furono immense, ma non si osò, per un senso di rispetto, sollevare il velo per rendersi conto delle condizioni della salma venerata. Lo scultore Maderno riprodusse nel marmo, idealizzandola, la positura della santa che evoca l'idea della verginità e del martirio. Da quella data, come canta un inno, " il corpo riposa sotto il marmo silenzioso, mentre in cielo, sul suo trono, l'anima di Cecilia canta la sua gioia e accoglie con benevolenza i nostri voti".

E i nostri voti la Chiesa rivolge a santa Cecilia, ricordando il suo nome ogni giorno nel Canone della Messa e cantandolo nelle Litanie dei Santi, in occasione delle suppliche solenni. I musici di ogni regione del mondo la venerano quale patrona, la Francia innalzò in Albi una luminosa cattedrale e nel 1866, Dom Guéranger pose sotto la protezione della santa, modello di verginità cristiana e di puro amore, il primo convento dei Benedettini della Congregazione di san Pietro di Solesmes.

Gli insegnamenti della santa.

La scarsità di notizie storiche non deve sminuire l'amore che dobbiamo serbare per i santi ai quali la Chiesa ha sempre reso un culto, ottenendo costante protezione e grazie importanti nel corso della storia.

"La Chiesa onora in santa Cecilia, diceva Dom Guéranger, tre caratteristiche, che, riunite insieme, la distinguono nella meravigliosa coorte dei santi in cielo e ne fa derivare grazie ed esempi. Le caratteristiche sono la verginità, lo zelo apostolico e il sovrumano coraggio con il quale sfidò la morte e i supplizi e di qui il triplice insegnamento che ci dà questa sola storia cristiana".

La verginità.

"Nel nostro tempo, ciecamente asservito al culto della sensualità, occorre resistere con le forti lezioni della nostra fede al travolgimento cui a stento riescono a sottrarsi i figli della promessa. Dopo la caduta dell'impero romano si videro forse costumi, famiglia e società correre pericolo così grave?

Letteratura, arti, lusso, già da tempo presentano il godimento fisico come unico scopo dell'uomo e ormai nella società troviamo molti che vivono col solo intento di soddisfare i sensi. Sventurato il giorno in cui la società, per essere salvata, crederà di poter contare sulle energie dei suoi membri! L'impero romano fece l'esperienza, tentò più volte di respingere l'invasione, ma per l'infrollimento dei suoi figli, ricadde su se stesso e non si sollevò più.

Soprattutto è minacciata la famiglia. È tempo che essa pensi alla sua difesa contro il riconoscimento legale e l'incoraggiamento del divorzio, e si difenderà in un modo solo: riformando se stessa, rigenerandosi con la legge di Dio e ritornando dignitosa e cristiana. Torni in onore il matrimonio con le sue caste esigenze, cessi di essere un gioco o una speculazione, paternità e maternità siano serio dovere e non calcolo e, con la famiglia, riprenderanno dignità e vigore la città e lo Stato.

Però, se gli uomini non sapranno apprezzare l'elemento superiore, senza del quale la natura umana è soltanto rovina, cioè la continenza, il matrimonio non potrà di nuovo nobilitarsi. Non tutti sono tenuti ad abbracciarlo nella sua nozione assoluta, ma tutti devono onorarlo, se non vogliono trovarsi in balia del senso mostruoso come dice l'Apostolo (Rm 1,28). La continenza rivela all'uomo il segreto della sua dignità, che tempra l'anima a tutte le rinunce, che risana il cuore ed eleva tutto il suo essere. La continenza è il culmine della bellezza morale dell'individuo e, nello stesso tempo, la grande forza della società umana. Il mondo antico, avendone soffocato il sentimento, andò in dissoluzione e solo il Figlio della Vergine, comparso sulla terra, rinnovando e affermando questo principio salvatore, diede all'umanità nuove energie.

I figli della Chiesa, degni di questo nome, gustano questa dottrina e non ne restano stupiti, perché le parole del Salvatore e degli Apostoli loro hanno rivelato, e la storia della fede che professano in ogni sua pagina presenta loro in atto, la feconda virtù della continenza. che tutti gli stati della vita cristiana devono professare, ciascuno nella sua misura. Per essi santa Cecilia è solo un esempio di più, ma così fulgido da meritare la venerazione di tutti i tempi nella storia del cristianesimo. Quanta virtù ha ispirato Cecilia, quanto coraggio ha saputo infondere e quante debolezze ha prevenute o riparate! Tanta potenza di moralizzazione pose Dio nei suoi santi che influisce non solo attraverso la diretta imitazione delle loro virtù, ma ancora per le induzioni che ciascun fedele può trarne per il suo caso particolare".

Lo zelo apostolico.

"Il secondo carattere che si deve studiare nella vita di santa Cecilia è l'ardore dello zelo del quale resta ammirabile esempio e anche sotto questo aspetto possiamo raccogliere utili insegnamenti. Caratteristica dell'epoca nostra è l'insensibilità al male del quale non ci sentiamo personalmente responsabili, i cui risultati non ci toccano. Si è daccordo che tutto precipita, si nota il totale sfacelo e non si pensa neppure a tendere la mano al vicino, per strapparlo al naufragio. Dove saremmo, se il cuore dei primi cristiani fosse stato gelido come il nostro e non fosse stato conquiso dall'immensa pietà e dall'inesauribile amore, che loro vietò di non avere più speranza per il mondo in cui Dio li aveva collocati, perché fossero sale della terra? (Mt 5,13). Tutti allora sentivano la responsabilità del dono ricevuto. Liberi o schiavi, persone note o sconosciute, tutti erano oggetto di una dedizione senza limiti da parte di questi cuori pieni della carità di Cristo. Leggendo gli Atti degli Apostoli e le Epistole si vedrà con quale pienezza si sviluppava l'apostolato dei primi tempi e come l'ardore dello zelo durasse a lungo senza affievolirsi, tanto che i pagani dicevano: "Vedete come si amano!". Come avrebbero potuto non amarsi, se in ordine alla fede si sentivano figli gli uni degli altri?

Quanta tenerezza materna provava Cecilia per i fratelli, per il fatto di essere cristiana! Il nome di Cecilia, e con il suo molti altri, ci testimoniano che il cristianesimo conquistò il mondo, strappandolo al giogo della depravazione pagana, con questi atti di devozione agli altri che, compiuti in mille luoghi nello stesso tempo, produssero un completo rinnovamento. Imitiamo almeno in parte questi esempi cui tutto dobbiamo e vediamo di sciupare meno tempo ed eloquenza a gemere su mali già troppo noti. È meglio che ciascuno si metta all'opera e conquisti uno almeno dei suoi fratelli e il numero dei fedeli avrà già superato quello degli increduli. Lo zelo non è morto, lo sappiamo, opera anzi in molti e dà gioia e conforto alla Chiesa con i suoi frutti; ma perché deve dormire cosi profondamente in tanti cuori che Dio per lo zelo aveva preparati?".

Il coraggio.

"Basterebbe davvero a caratterizzare l'epoca il generale torpore causato dalla mollezza dei costumi; conviene aggiungere ancora un altro sentimento, che ha la stessa sorgente e basterebbe, se dovesse durare a lungo, a rendere incurabile il decadimento di una nazione. Tale sentimento è la paura che ormai si è estesa a tutti. Paura di perdere i propri beni o i propri posti, paura di rinunciare al proprio lusso o alle proprie comodità, paura infine di perdere la vita! Non occorre dire che nulla snerva di più e maggiormente danneggia il mondo di questa umiliante preoccupazione, ma soprattutto occorre dire che non è affatto cristiana. Dimentichiamo di essere soltanto pellegrini sulla terra e abbiamo spenta nel cuore la speranza dei beni futuri! Cecilia ci insegna a disfarci della paura. Quando Cecilia era viva, la vita era meno sicura di oggi e a ragione si poteva avere paura e tuttavia si era tranquilli e spesso i potenti tremavano davanti alle loro vittime.

Solo Dio sa ciò che ci attende; ma se la paura non è sostituita da un sentimento più degno dell'uomo e del cristiano, la crisi politica divorerà presto la vita dei singoli e perciò, qualsiasi cosa avvenga, è giunta l'ora di ricominciare la nostra storia. Non sarà vano l'insegnamento, se arriveremo a comprendere che con la paura i primi cristiani ci avrebbero traditi, perché la parola di vita non sarebbe giunta fino a noi, con la paura a nostra volta tradiremmo le future generazioni, che da noi attendono di ricevere il deposito ricevuto dai nostri padri" (Dom Guéranger, u. s.).

Lode allo sposo delle vergini.

"Quale nobile falange ti segue, o Signore, Sposo delle vergini! Le anime di elezione sono tua conquista e dalle loro pure labbra sale a te la lode squisita dei loro cuori ferventi. Non è possibile contarle attraverso i secoli, perché ogni generazione ne accresce il numero, da quelle che consacrano, per amore a te, la loro vita ai poveri, ai malati, ai lebbrosi, e a tutte le miserie morali, a quelle che, per amore tuo, rinunciano alle gioie della famiglia e si consacrano alle scuole cristiane, alle istituzioni benefiche o si mortificano nei chiostri.

Ecco, prime, le vergini particolarmente benemerite, perché sigillarono col sangue il loro amore sui roghi o nelle arene: Blandina, Barbara, Agata, Lucia, Agnese... e Cecilia, che in nome di tutte fece omaggio della loro fortezza e consacrò la gloria della loro virtù, a te, o Gesù, seminator casti consilii (Prima Antifona del secondo Notturno della festa), divino seminatore di casti propositi, che solo, mieti simili spighe, che solo, leghi tali manipoli!".

Preghiera alla patrona dei musici.

"Una similitudine frequente nei Padri della Chiesa fa dell'anima nostra una sinfonia, un'orchestra, Symphonialis anima. Appena la grazia l'afferra, come il soffio che sotto le dita dell'artista fa vibrare l'organo, si commuove e vibra all'unisono coi pensieri e sentimenti del Salvatore. Ecco il magnifico concerto delle anime pure, che Dio può ascoltare con compiacenza, senza che lo turbi la stonatura delle note false del peccato, né la cacofonia urtante delle bestemmie e dei tradimenti!

Degnati, o Cecilia, ricambiare il nostro omaggio, ottenendoci la costante armonia della nostra volontà con le nostre aspirazioni alla virtù e le nostre possibilità di fare il bene! Degnati convincerci che lo stato di grazia, vita normale del cristiano, non è sola astensione dal male, né avara e fredda osservanza dei comandamenti, ma un'attività piena di gioia e di entusiasmo, che sa dare alla carità e allo zelo tutte le possibilità" (Card. Grente, Oeuvres Oratoires, VIII, p. 17-20).

Preghiera per la Chiesa.

"Aggiungiamo ancora una preghiera per la santa Chiesa di cui fosti umile figlia, prima di esserne speranza e sostegno. Nella notte fitta del secolo presente, lo Sposo tarda ad apparire e nel solenne e misterioso silenzio permette alla vergine di abbandonarsi al sonno fino a quando si farà sentire l'annuncio del suo arrivo (Mt 25,5). Onoriamo il tuo riposo sulla porpora della tua vittoria, o Cecilia!

Sappiamo che non ci dimentichi, perché nel Cantico, lo Sposo dice: Dormo, ma il mio cuore vigila (Ct 5,2).

È vicina l'ora in cui lo Sposo apparirà, chiamando tutti i suoi sotto l'insegna della sua Croce e presto risuonerà il grido: Ecco lo Sposo, uscitegli incontro! (Mt 25,6). Dirai allora, o Cecilia, ai cristiani, come al fedele drappello, che, nell'opera della lotta si è stretto attorno a te: Soldati di Cristo, rigettate le opere delle tenebre, vestite le armi della luce (Atti di santa Cecilia).

La Chiesa, che pronunzia tutti i giorni il tuo nome con amore e con fede durante i santi Misteri, attende con certezza il tuo soccorso, o Cecilia! Sa che l'aiuto non le mancherà. Tu prepara la sua vittoria, elevando i cuori cristiani verso le sole realtà troppo spesso dimenticate. Quando gli uomini ripenseranno alla eternità del nostro destino, sarà assicurata salvezza e pace ai popoli. Sii sempre, o Cecilia, le delizie dello Sposo! Saziati dell'armonia suprema di cui è sorgente. Veglierai su di noi dalla gloria del cielo e, quando giungerà la nostra ultima ora, assistici, te ne supplichiamo, per i meriti del tuo eroico martirio, assistici sul letto di morte, ricevi l'anima nostra nelle tue braccia, portala al soggiorno immortale, dove ci sarà dato comprendere, vedendo la felicità che ti circonda, il prezzo della verginità, dell'apostolato e del martirio" (Dom Guéranger, Histoire de sainte Cécile, 1849, Conclusione).

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