giovedì 25 marzo 2010

"Abbiamo scelto la circonvallazione e non la mulattiera del Calvario". (Don Tonino Bello)

Sono andato a vedere la mostra allestita presso la sede della Arc. della Ss. Annunziata. Bellissima. Mi aggiro tra i martiri, mai così vicini, e resto, come sempre affascinato dal più imponente, il cd. "tronco", la croce su cui è adagiato il sudario: il simbolo insomma del dolore, della sofferenza, della morte di Nostro Signore. Lo guardo e non possono non tornarmi in mente le parole di Don Tonino Bello, sul quale dovremmo tutti riflettere:
Don Tonino Bello (1935 - 1993) Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi

«Non c’è nessuno di noi che non parli con eloquenza del “legno santo”, o che in Quaresima non canti con tutta l’anima il “Vexilla regis”, o che nel venerdì santo non intoni l’inno alla “Crux fidelis”. La croce rimane sempre al centro delle nostre prospettive. Ma noi vi giriamo al largo. Troppo al largo. Prendiamo una extramurale lontanissima dal colle dove essa s’innalza. E’ come quando, in viaggio, si sfiora una città passando dalla tangenziale. Mentre l’automobile corre sulla strada, si dà ogni tanto un’occhiata ai campanili che si ergono e alle torri che svettano. Ma poi tutto finisce lì. Purtroppo la nostra vita cristiana non incrocia il Calvario. Non s’inerpica sui tornanti del Golgota. Passa di striscio dalle pendici del luogo del cranio. La croce l’abbiamo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel cuore: Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte: Le rivolgiamo inchini e incensazioni in chiesa, ma ci manteniamo agli antipodi della sua logica. Dobbiamo ammetterlo con amarezza. Abbiamo scelto la circonvallazione e non la mulattiera del Calvario. Abbiamo bisogno di riconciliarci con la croce e di ritrovare, sulla carta stradale della nostra esistenza paganeggiante, lo svincolo giusto che porta ai piedi del condannato!».

Parole su cui riflettere ... C'è ancora tempo per imboccare la strada giusta, lasciare il comodo sedile della nostra auto e inerpicarci, con zaino in spalla verso una Pasqua più vera ...
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