lunedì 17 maggio 2010

Vigilia di pentecoste e pioggia delle rose ...


Sabato prossimo, dopo la recita del Santo rosario, celebrazione eucaristica della vigilia di Pentecoste con la tradizionale "pioggia delle Rose".
A celebrare la S. Messa Don Luigi Manganaro.
Qualche chicca in più su questa importante festività del Cristianesimo.
Secondo la tradizione cristiana, la Pentecoste è la festa che commemora la discesa dello Spirito Santo sui discepoli di Gesù e l'inizio dell'attività della Chiesa, e insieme conclude le solennità pasquali. Gesù aveva promesso l'invio dello Spirito Santo che, nel giorno di Pentecoste, scese sui discepoli in forma di lingue di fuoco e da allora essi, prima timidi e paurosi, predicarono con forza e coraggio il Vangelo. È l'inizio della Chiesa che, piena di Spirito Santo, annuncia a tutti gli uomini il Vangelo e santifica i credenti mediante i sacramenti. L'evento della Pentecoste si rinnova per ogni cristiano particolarmente nella Cresima, nella quale riceve, come gli apostoli, lo Spirito Santo, per essere nel mondo un testimone di Cristo.

Il Medioevo ci ha tramandato una delle tradizioni più felici sulla Pentecoste: dall'alto della Chiesa si faceva cadere una pioggia di petali di rose rosse e di batuffoli di stoppa accesi a ricordare le lingue di fuoco che nel Cenacolo si deposero sulla testa degli apostoli e della Vergine Maria raccolti in preghiera: le rose come simbolo di amore e di dedizione, il fuoco a indicare la veemenza della grazia dello Spirito Santo. A Roma la pioggia simbolica avveniva invece la domenica prima nella chiesa di S. Maria ad Martyres: mentre il papa parlava della festa della Pentecoste, dall'alto dell'occhio della rotonda si gettavano rose a figurare la venuta dello Spirito Santo con la sua grazia; a Bayeux in Francia cadevano invece fiori di sette colori, simboli dei sette doni dello Spirito Santo. In altre località, al canto dell'Epistola, si produceva un vento impetuoso e si suonavano le trombe a ricordo del turbine che avvolse il Cenacolo alla discesa dello Spirito Santo. Al canto del Veni Creator poi si accendevano le candele, suonavano le campane e sette sacerdoti, indossata la pianeta, s'inginocchiavano con il vescovo ai piedi dell'altare con gli incensieri fumanti. In S. Pietro e nella basilica di Orvieto si ripeteva l'usanza della colomba (simbolo dello Spirito Santo) che percorre il filo tra lo sparo di mortaretti
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