Sono i versi del canto XXXIII del Paradiso di Dante a fare da ideale guida al mese di maggio 2010 all'Oratorio di san Nicola ... e novello Virgilio è, ogni lunedì e martedì, il giovane Christian Cicirelli, che il prossimo anno comincerà il suo cammino in seminario e che per il momento, con forza, e un pizzico, naturale, di emozione, si è presentatoai fedeli che anche ieri hanno affollato la piccola cappella per la recita del S. Rosario e per ascoltarlo ...
E i versi sono quelli altissimi e dolcissimi dell'invocazione che S.Bernrdo rivolge alla vergine intercedendo per il sommo poeta ...
Canto XXXIII
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra ' mortali,
se' di speranza fontana vivace.
Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar sanz'ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate.
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra ' mortali,
se' di speranza fontana vivace.
Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar sanz'ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate.
La celebre preghiera di Dante a Maria si colloca significativamente in apertura al XXXIII canto del Paradiso, l’ultimo della Commedia, il canto nel quale si realizza l’evento che costituisce la meta del cammino di salvezza del poeta: la visione di Dio, il “sommo piacer” (v.33), il “fine di tutti i disii (v.46), il “valore infinito” (v.81).
Il momento, dunque, è estremo, ineffabilmente estremo e per compiere quest’ultimo passo, Dante ha bisogno dell’intercessione di Maria. San Bernardo, non a caso sostituitosi a Beatrice come ultima guida del poeta, nel canto immediatamente precedente afferma: “orando grazia conven che s’impetri / grazia da quella che puote aiutarti”. L’uomo da solo non può raggiungere l’infinito. Ha bisogno di chiedere aiuto attraverso la preghiera, perché, spiega San Bernardo, “tu non t’arretri / movendo l’ali tue, credendo oltrarti” (vs. 145-6). Così San Bernardo intona la preghiera alla Vergine, raccomandando al poeta di seguirlo con “l’affezione, / sì che dal dicer mio lo cor non parti”. / E cominciò questa santa orazione:” Il verso finale lascia sospeso l’annuncio della preghiera che s’innalzerà all’inizio del canto successivo: una pausa solenne, densa di significato, dalla quale s’eleverà pura ed essenziale, senza commenti, l’invocazione.
Le sette terzine saranno un momento, come ricordato ieri per seguire Maria, per metterci in cammino con lei, per ascoltrla, attraverso lo strumento più semplice, bello e magico che è la preghiera.
Appuntamento ogni lunedì e martedì di maggio alle 19,30 dopo la recita del S.Rosario.
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