domenica 30 maggio 2010

"Nella tua fiducia noi cammineremo per donare al mondo la vita ". Le Clarisse di Orvieto ci regalano frammenti di gioia infinita ...


Col concerto della Cappella Musicale "Laus Deo", diretta dal M° Marianna Russo, si sono conclusi ieri i "Concerti - preghiera" per celebrare i 60 anni della fondazione dei "Pueri et Iuvenes Cantores San Michele Arcangelo" e di questo intenzso "Maggio Musicale" presso la piccola cappella di San Nicola.
Gli amici della Corale "Laus Deo" hanno voluto donare a tutti i presenti (davvero tanti!nonostante il giorno prefestivo)una intensa lettera che ha racchiuso parte delle meditazioni lette durante il concerto e preparate per l'occasione dalle Clarisse del Convento del Buon Gesù di Orvieto.

Vergine Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, è forse troppo ardito scriverti una lettera?
Ma di certo è un modo per raggiungerti con confidenza di figli, per tenerti accanto in quest 'oggi della nostra vita, della Chiesa, del mondo...
Le nostre lodi rischiano talvolta di renderti irragiungibile, mentre tu ami essere accanto, vicino, dentro le nostre case, le nostre cose, nelle pieghe del quotidiano feriale.
"Tu sei umile e alta più che creatura ", eppure ti si fa torto quando si crede che la fede, la grazia, ti abbiano esonerato dalla paura, dall'ansia di non sapere, non capire... Il tuo "eccomi ", arreso e incondizionato, ha cambiato la storia di Dio e degli uomini e sei diventata "fontana di speranza vivace " che sgorga incessantemente dal cuore della chiesa, perché ogni uomo rispecchiandosi in essa ritrovi il suo volto ad immagine del Figlio tuo.
Sei chiamata pellegrina della fede perché per te credere è stato un avanzare confidente tra le vicende della storia spesso contraddittorie e hai imparato a scorgere la presenza di Dio lì dove umanamente sembrava non esserci. Nel canto del Magnificat hai esaltato la grandezza di Dio proprio quando non era che una perla di sangue nel tuo grembo, e la Chiesa, ad ogni tramonto, di generazione in generazione ripete la tua esultanza e vede capovolte le sorti della storia: quelli che oggi piangono domani rideranno... tu lo sai, perché il tuo Gesù è il segreto, il lievito che sta fermentando il tuo grembo e quello del mondo.
Nel pensarti immacolata ci prende talvolta un senso di indegnità perché quell'innocenza che ti è propria noi l'abbiamo persa, o forse in te risplende affinché susciti in noi nostalgia di deh, di Dio, di una bellezza eterna che portiamo inscritta dentro.
"Peccatorum consolatrix" consolatrice dei peccatori, accogli il nostro pentimento dopo ogni peccato, come hai fatto con Pietro nella notte del suo tradimento.
Quando il peccato pesa, quando dubitiamo della sua misericordia, quando tocchiamo il fondo, quando il buio si fa più profondo... sii tu la custode del cuore, la tua consolazione è la nostra speranza, la speranza del mondo.
Quando si pensa a te, Madre, e 'è dentro come una gioia nascosta, una nostalgia che riemerge dai marosi dell'anima per che tu sei un richiamo alla vita vera. "Quel che Èva ci tolse, ce lo rendi nel Figlio ". Èva ci tolse la gioia di poter confidare in Dio sempre, ci tolse la certezza di essere amati e perdonati, ascoltò l'insinuazione del dubbio e solo il Figlio tuo, tra gli uomini, rispose ad esso con la confidenza dei piccoli.
Sono molte le volte, lungo il corso della vita, in cui le madri danno alla luce i loro figli, li partoriscono sempre di nuovo attraverso quelle stagioni del cuore che sono i distacchi. E' l'amore che chiede di lasciare andare... si cresce così, così si da alla luce ed una madre è tale
per questo!
E anche tu, Maria, hai vissuto questo distacco, un momento atteso treni 'anni.
L'amore quando è vero arriva anche a mettersi da parte fino a far si assente, senza smettere di
portare dentro, di restare accanto: "accumpagnannete dint ' 'a sta vita figlio mio Tu si ' nato da
me".
Il distacco avvenuto a Nazaret un giorno come tanti, è preludio di quello che avviene poi sul Golgota. Tu Madre, contìnua a piangere non su di lui, ma sopra di noi, sempre costretti ad uno stato di morte. Fa che viviamo con te il "passaggio" uno portando i pesi dell'altro, con te piangendo il pianto del mondo. Nel tuo pianto nessun dolore è vano.
E come tu stessa, nel tuo sacerdozio materno, hai offerto al Padre il Figlio, offri anche il nostro pianto perché si trasformi in gioia piena, che nessuno può togliere.
Nel raccontare gli incontri del Risorto, i vangeli non menzionano nessuna apparizione del Cristo fatta alla Madre, non c'è alcun annuncio per te, forse perché tutto era già stato detto dall'angelo Gabriele a Nazaret... o forse perché hai creduto e questo bastava ad attendere il terzo giorno.
La certezza che Lui fosse vivo è stata l'esperienza del concepimento, quando hai sentito battere il suo cuore nel tuo corpo; così forse anche per la resurrezione: è la tua stessa carne che ha sussultato di letizia. Tu non hai avuto bisogno che qualcuno te lo annunciasse: lo sapevi da dentro che era vivo, la tua fede lo ha concepito oggi come allora.
Sì, il solo pensarti fa riemergere u*ia strana nostalgia, perché noi siamo fatti di terra e respira, di polvere e dì deh, "Tu giardino del Paradiso, soavissimo fiore ", tu sei il luogo dove Dio ha potuto incontrare finalmente l'uomo e l'uomo Dio.
"Apri a noi le porte del deh " quando giungiamo soli ed impauriti alla soglia dell'eterno, portando con noi solo l'amore ricevuto e donato.
Vogliamo concludere questa lettera aperta con un atto di affidamento che solo il canto può dire in pienezza. Affidarti la vita, le persone che amiamo, il nostro stesso cuore e i giorni che verranno... fidarci ed affidarci lungo i sentieri della vita e le stagioni della fede. "Nella tua fiducia noi cammineremo per donare al mondo la vita ".
Chiedi per noi al tuo Figlio Gesù la tua stessa confidenza per assumere generosamente il dolore e la bellezza del nostro divenire ed imparare ad amare l'uomo e Dio con la tua tenerezza di Madre.
Con affetto filiale.
La Cappella Musicale Laus, Deo Maggio 2010
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