domenica 30 maggio 2010

Alla fine di un lungo viaggio ...


In quest’ultimo appuntamento con i concerti - preghiera, svoltosi ieri, vogliamo regalarvi l’immagine del viaggio ...
Siamo in fondo alla fine di un cammino lungo un mese ...
Nel nostro zaino abbiamo inserito fin da subito sogni speranze, attese; abbiamo elevato alte a Maria le nostre invocazioni ...
Abbiamo pregato, ripetuto, forse anche meccanicamente centinaia di Ave Maria , abbiamo ascoltato i passi della vita morte e Resurrezione del suo Figlio prediletto, ripercorrendone insieme, come madri, padri, figli le sue stesse sofferenze.
Ma è stato anche un viaggio nella musica, perché se come diveca Sant’Agostino “chi canta bene, prega due volte” allora questo “maggio musicale” è stata l’occasione, nel sessantesimo del nostro coro, i Pueri cantores “S. Michele Arcangelo” di chiamare a pregare tanti amici: approfittiamo ora per ringraziare la Corale “Genesi”, gli “Eldar”, la Corale dei SS. Prisco e Agnello e da ultimo la cappella Musicale “Laus Deo”
Un viaggio che ci ha legato ai pensieri e alle meditazioni di Don Tonino Bello e quelli dolcissimi di Papa Wojtyla fino alle Clarisse del Monastero del Buon Gesù.
Un viaggio perché tra i tanti coristi che abbiamo incrociato in queste settimane ci sono alunni di ieri e amministratori di oggi del nostro oratorio,e tanti amici di questo luogo, in una storia che sembra non avere mai fine ...
Un Viaggio che abbiamo percorso con le parole del sommo poeta Dante: Mi piace pensare ai versi di Dante, quel “Vergine Madre”, che anche stasera ascolteremo, come rivolti a una maternità profondamente femminile, ad una donna che tramite l'abbraccio fisico, ripieno d'amore, riscalda il figlioletto e fa fiorire intorno a sé un'atmosfera di gioia e di pace che scalda i cuori di tutti. Questa splendida preghiera alla Vergine , è in fondo il cammino, il viaggio che umilmente dovremmo tutti noi intraprendere, protesi alla ricerca dell’Assoluto, della luce e di Dio: solo ricorrendo a lei si possono realizzare quei desideri che ci stanno veramente a cuore.
Chi vuole una grazia da Dio e non ricorre a lei, è come se volesse “volar sanz’ali”
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