(Articolo apparso sul numero di ottobre de Il Calabrone, periodico interno dell'Oratorio di San Nicola)
Quando, nel 1989, fu chiesto Don Alfredo Ammendola, già guida spirituale dell’Oratorio di San Nicola, di scrivere un compendio sulle origini della “rinata” Congrega dei Luigini, l’indimenticato sacerdote andò a pescare dagli archivi (e dove ciò non fu possibile, dai ricordi tramandatigli da Don Eduardo Mastellone) tutto ciò che potesse essere utile a tale scopo. In effetti la Congrega dei Luigini era davvero “rinata” dopo che per sessant’anni presso la Cappella di San Nicola si era sviluppato, rigoglioso più che mai, il germe dell’oratorio.
Oratorio e Congrega, Congrega ed Oratorio, cerchiamo di mettere un po’ d’ordine, grazie anche ad una serie di ricerche che da cinque anni vanno avanti tra la Curia di Napoli e Internet, e che hanno portato ad importanti novità sulle origini del nostro sodalizio.
Don Alfredo nello scrivere il piccolo compendio (ristampato peraltro, lo scorso anno a cura di un benevolo amico dell’oratorio) ricopiò, non senza fatica, l’opuscolo (di cui esiste oggi una sola copia) dal titolo “Congrega di Spirito dei Giovani Carottesi eretta nella Cappella di San Nicola in Piano di Sorrento”, datato 1878. Nell’Opuscolo sono riportate le origini e le prime regole della Congregazione, che nacque in seguito ad una serie di esercizi spirituali tenuti presso la sede della SS. Annunziata dal reverendo Gaspare De Luise dei Pii Operai, Parroco e direttore della congregazione dei Dottori e dei Nobili presso la Chiesa di San Giorgio Maggiore di Napoli, ad alcuni cittadini carottesi. Ma chi erano questi Pii Operai? E chi era questo Gaspare De Luise? La Congregazione dei Pii Operai nacque per volontà di Carlo Carafa, sacerdote di origine nobile, nato a Mariglianella di Nola, nel 1621, con lo scopo dell’assistenza e dell’istruzione della gente rurale delle campagne e dei sobborghi della città, che era maggiormente abbandonata. Lo sviluppo della Congregazione permise l’apertura di numerose case e di chiese a loro affidate, come la chiesa di S. Giorgio Maggiore in via Duomo a Napoli, S. Maria a Castello sul Monte Somma, a Maddaloni nell’agro casertano e successivamente la chiesa di S. Nicola alla Carità in via Toledo nel centro di Napoli e a Roma S. Balbina, S. Maria ai Monti e la costruzione di S. Giuseppe alla Lungara. Scomparso nel 1633 il fondatore, divenuto poi venerabile, la Congregazione ebbe uno sviluppo notevole fra Napoli, Roma e dintorni nei secoli XVII e XVIII; nel 1656 sfiorò l’estinzione, quando tutti i suoi membri, nell’assistere gli appestati, contrassero la malattia morendo, solo quattro sopravvissero. Con le soppressioni napoleoniche e post-garibaldina, l’Istituto perse le fonti di sostentamento dell’immensa opera caritatevole che svolgeva e dovette chiudere le varie Case e Opere; nel 1943 la Santa Sede univa ai Pii Operai la Congregazione dei Catechisti Rurali (Missionari Ardorini), fondata dal servo di Dio don Gaetano Mauro nel 1928. Oggi la Congregazione ha assunto il nome di Pii Operai Catechisti Rurali (Missionari Ardorini), per continuare nel presente e nel futuro, le gloriose tradizioni di santità e di servizio alla Chiesa ed alle anime che nei secoli l’ha contraddistinta.
Gaspare De Luise fu uno degli appartenenti a quest’ordine, guidando per decenni proprio la chiesa di San Giorgio Maggiore. Nell’opuscolo lo si definisce “zelantissimo”, forse per la sua intensa attività di scrittore, autore di decine di volumi di dottrina, diritto canonico e trattati sui legami tra Chiesa Cattolica e Regno d’Italia. Gaspare De Luise celebrò, il 31 ottobre del 1875 la cerimonia eucaristica che diede vita alla “Congregazione di Spirito dei giovani Carottesi, con sede presso la piccola cappella di San Nicola, nel luogo detto di Carotto”. Il reverendo s’impegnò ad associarla fin da subito alla congregazione dei Dottori e dei Nobili, di cui era Preposito Generale. Questa Congregazione fu un’altra delle “invenzioni” degli instancabili Pii Operai, creata presso San Giorgio Maggiore dal venerabile Antonio De Colellis (1586-1654), col titolo esatto di “Congregazione dei Dottori e dei Cavalieri” impegnando così i nobili partenopei ad opere di carità ed assistenza.
L’impegno del De Luise per la neonata congregazione dei Luigini non finì qui: oltre all’associazione con il sodalizio dei Dottori e dei Cavalieri, chiese che venissero concessi le indulgenze e i privilegi che appartengono per intercessione dei Pontefici Benedetto XIV e Pio VI alla Congregazione Prima Primaria di Roma.
Né nell’opuscolo originario, né nel successivo commento di Don Eduardo si accenna a qualcosa in più su questo legame.
Occorre quindi dire che la “Prima Primaria di Roma” è la madre di tutte le confraternite mariane. La Congrega dei Luigini ha difatti il titolo della B.V. Immacolata e dei Santi Nicola e Luigi (le cui statue sarebbero state acquistate di lì a pochi anni, mentre nella piccola cappella era presente allora, un grande dipinto raffigurante i tre personaggi, oggi andato perduto). Le Congregazioni mariane, com'è noto, ebbero origine a Siracusa, nel Collegio della Compagnia di Gesù, nel 1560, quando gli studenti delle classi superiori, spronati dal loro giovane precettore, P. Sebastiano Cabaras S.J., si radunavano, dopo scuola, per praticare qualche esercizio di pietà in onore della Santissima Vergine. L'esempio del Collegio di Siracusa fu subito seguito dal Collegio Romano, dove, nel 1563, fu canonicamente fondata la Prima Primaria. Alla stessa Prima Primaria, fa ad esempio parte, un’altra Congregazione di Spirito della Penisola Sorrentina, la Congrega dei Giuseppini sorta a Sant’Agnello nel 1878.
Un’ultima curiosità riguarda le vesti: esse non nacquero in concomitanza con la nascita del sodalizio ma furono acquistate più tardi, nel 1895, quando si cominciò a partecipare ai riti della Parrocchia di San Michele Arcangelo e alla processione del Venerdì Santo con una corona di spine sul capo. La fascia che cinge la vita dovrebbe essere proprio un retaggio della Congregazione dei Dottori e dei Cavalieri, anche se a riguardo nulla è detto. Sta di fatto che il resto è storia che conosciamo: tra i primi 33 confratelli c’era il giovane Eduardo Mastellone, che poi divenne sacerdote e guida di San Nicola, che tramutò tra il 1926 e il 1928 in Oratorio. Dal 1981 la congrega è rinata, il suo spirito forse però non era mai morto, ritornando a partecipare coi propri colori ai riti parrocchiali e diocesani. Un pezzo di storia che seppure ci sembra lontanissimo è in fondo importante: senza la Congrega non sarebbe mai sorto l’Oratorio, senza la funzione data dall’Oratorio ai giovani della nostra parrocchia, i nostri “vestimenti” sarebbero solo mero folklore. Che sia tutto ciò monito per noi nuovi amministratori, consapevoli che dietro di noi c’è un passato fatto di gloriosi personaggi, giganti della fede, di cui restiamo, forse tra gli unici testimoni. E questo non può che inorgoglirci.
Oratorio e Congrega, Congrega ed Oratorio, cerchiamo di mettere un po’ d’ordine, grazie anche ad una serie di ricerche che da cinque anni vanno avanti tra la Curia di Napoli e Internet, e che hanno portato ad importanti novità sulle origini del nostro sodalizio.
Don Alfredo nello scrivere il piccolo compendio (ristampato peraltro, lo scorso anno a cura di un benevolo amico dell’oratorio) ricopiò, non senza fatica, l’opuscolo (di cui esiste oggi una sola copia) dal titolo “Congrega di Spirito dei Giovani Carottesi eretta nella Cappella di San Nicola in Piano di Sorrento”, datato 1878. Nell’Opuscolo sono riportate le origini e le prime regole della Congregazione, che nacque in seguito ad una serie di esercizi spirituali tenuti presso la sede della SS. Annunziata dal reverendo Gaspare De Luise dei Pii Operai, Parroco e direttore della congregazione dei Dottori e dei Nobili presso la Chiesa di San Giorgio Maggiore di Napoli, ad alcuni cittadini carottesi. Ma chi erano questi Pii Operai? E chi era questo Gaspare De Luise? La Congregazione dei Pii Operai nacque per volontà di Carlo Carafa, sacerdote di origine nobile, nato a Mariglianella di Nola, nel 1621, con lo scopo dell’assistenza e dell’istruzione della gente rurale delle campagne e dei sobborghi della città, che era maggiormente abbandonata. Lo sviluppo della Congregazione permise l’apertura di numerose case e di chiese a loro affidate, come la chiesa di S. Giorgio Maggiore in via Duomo a Napoli, S. Maria a Castello sul Monte Somma, a Maddaloni nell’agro casertano e successivamente la chiesa di S. Nicola alla Carità in via Toledo nel centro di Napoli e a Roma S. Balbina, S. Maria ai Monti e la costruzione di S. Giuseppe alla Lungara. Scomparso nel 1633 il fondatore, divenuto poi venerabile, la Congregazione ebbe uno sviluppo notevole fra Napoli, Roma e dintorni nei secoli XVII e XVIII; nel 1656 sfiorò l’estinzione, quando tutti i suoi membri, nell’assistere gli appestati, contrassero la malattia morendo, solo quattro sopravvissero. Con le soppressioni napoleoniche e post-garibaldina, l’Istituto perse le fonti di sostentamento dell’immensa opera caritatevole che svolgeva e dovette chiudere le varie Case e Opere; nel 1943 la Santa Sede univa ai Pii Operai la Congregazione dei Catechisti Rurali (Missionari Ardorini), fondata dal servo di Dio don Gaetano Mauro nel 1928. Oggi la Congregazione ha assunto il nome di Pii Operai Catechisti Rurali (Missionari Ardorini), per continuare nel presente e nel futuro, le gloriose tradizioni di santità e di servizio alla Chiesa ed alle anime che nei secoli l’ha contraddistinta.
Gaspare De Luise fu uno degli appartenenti a quest’ordine, guidando per decenni proprio la chiesa di San Giorgio Maggiore. Nell’opuscolo lo si definisce “zelantissimo”, forse per la sua intensa attività di scrittore, autore di decine di volumi di dottrina, diritto canonico e trattati sui legami tra Chiesa Cattolica e Regno d’Italia. Gaspare De Luise celebrò, il 31 ottobre del 1875 la cerimonia eucaristica che diede vita alla “Congregazione di Spirito dei giovani Carottesi, con sede presso la piccola cappella di San Nicola, nel luogo detto di Carotto”. Il reverendo s’impegnò ad associarla fin da subito alla congregazione dei Dottori e dei Nobili, di cui era Preposito Generale. Questa Congregazione fu un’altra delle “invenzioni” degli instancabili Pii Operai, creata presso San Giorgio Maggiore dal venerabile Antonio De Colellis (1586-1654), col titolo esatto di “Congregazione dei Dottori e dei Cavalieri” impegnando così i nobili partenopei ad opere di carità ed assistenza.
L’impegno del De Luise per la neonata congregazione dei Luigini non finì qui: oltre all’associazione con il sodalizio dei Dottori e dei Cavalieri, chiese che venissero concessi le indulgenze e i privilegi che appartengono per intercessione dei Pontefici Benedetto XIV e Pio VI alla Congregazione Prima Primaria di Roma.
Né nell’opuscolo originario, né nel successivo commento di Don Eduardo si accenna a qualcosa in più su questo legame.
Occorre quindi dire che la “Prima Primaria di Roma” è la madre di tutte le confraternite mariane. La Congrega dei Luigini ha difatti il titolo della B.V. Immacolata e dei Santi Nicola e Luigi (le cui statue sarebbero state acquistate di lì a pochi anni, mentre nella piccola cappella era presente allora, un grande dipinto raffigurante i tre personaggi, oggi andato perduto). Le Congregazioni mariane, com'è noto, ebbero origine a Siracusa, nel Collegio della Compagnia di Gesù, nel 1560, quando gli studenti delle classi superiori, spronati dal loro giovane precettore, P. Sebastiano Cabaras S.J., si radunavano, dopo scuola, per praticare qualche esercizio di pietà in onore della Santissima Vergine. L'esempio del Collegio di Siracusa fu subito seguito dal Collegio Romano, dove, nel 1563, fu canonicamente fondata la Prima Primaria. Alla stessa Prima Primaria, fa ad esempio parte, un’altra Congregazione di Spirito della Penisola Sorrentina, la Congrega dei Giuseppini sorta a Sant’Agnello nel 1878.
Un’ultima curiosità riguarda le vesti: esse non nacquero in concomitanza con la nascita del sodalizio ma furono acquistate più tardi, nel 1895, quando si cominciò a partecipare ai riti della Parrocchia di San Michele Arcangelo e alla processione del Venerdì Santo con una corona di spine sul capo. La fascia che cinge la vita dovrebbe essere proprio un retaggio della Congregazione dei Dottori e dei Cavalieri, anche se a riguardo nulla è detto. Sta di fatto che il resto è storia che conosciamo: tra i primi 33 confratelli c’era il giovane Eduardo Mastellone, che poi divenne sacerdote e guida di San Nicola, che tramutò tra il 1926 e il 1928 in Oratorio. Dal 1981 la congrega è rinata, il suo spirito forse però non era mai morto, ritornando a partecipare coi propri colori ai riti parrocchiali e diocesani. Un pezzo di storia che seppure ci sembra lontanissimo è in fondo importante: senza la Congrega non sarebbe mai sorto l’Oratorio, senza la funzione data dall’Oratorio ai giovani della nostra parrocchia, i nostri “vestimenti” sarebbero solo mero folklore. Che sia tutto ciò monito per noi nuovi amministratori, consapevoli che dietro di noi c’è un passato fatto di gloriosi personaggi, giganti della fede, di cui restiamo, forse tra gli unici testimoni. E questo non può che inorgoglirci.
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