martedì 6 dicembre 2011

SAN NICOLA DI BARI: ed è subito festa ... anche nel nostro Oratorio

San Nicola nacque a Patara, nella Licia, antica provincia dell'Asia Minore, verso l'anno 270, da famiglia ricca e profondamente religiosa. Ricevette subito il Battesimo, stando in piedi sulle debole ginocchia. Cresceva negli anni e nella virtù, dando segni di una bontà non comune e di una cultura superiore alla sua età. Nella Licia scoppiò una violenta pestilenza in cui morirono i suoi genitori. Rimasto solo a capo di un ricco patrimonio, pensò di arricchirsi spiritualmente erogando le sue sostanze in opere di beneficenza. Vicino di casa era un signore il quale per rovesci di fortuna aveva perduto tutti i suoi averi e versava nella più squallida miseria. Aveva tre figlie molto belle che non trovavano marito per le tristi condizioni in cui vivevano; il padre, disperato, pensava di venderne la bellezza e la gioventù. Nicola, venuto a conoscenza dell'imminente pericolo delle tre ragazze, pensò di salvarle. Di notte gettò dalla finestra socchiusa della camera delle fanciulle una borsa piena di monete d'oro, e fuggì. E il fatto si ripeté per tre volte perché le ragazze potessero onorevolmente sposarsi. Per questo San Nicola viene rappresentato con tre borse o con tre palle d'oro. Era venuto a morte il vescovo di Myra, nella Licia, quando vi giunse il giovane Nicola. Ai Vescovi riuniti per eleggere il nuovo Vescovo di Myra Dio, in una visione, fece conoscere l'uomo destinato alla sede episcopale di Mira, Nicola, che sarebbe giunto per primo al mattino in chiesa. Iniziò il suo ministero episcopale con la risurrezione di un bambino morto in un incendio. E in tutta la sua vita fu un taumaturgo, che accolse ed aiutò ogni categoria di persone. Dall'anno 303 al 313 ci fu una violenta persecuzione contro il Cristianesimo nell' Asia Minore, cominciata da Nerone a Roma e continuata in Asia da Diocleziano. In questa persecuzione morirono molti Vescovi e preti; sembra che anche San Nicola fu posto in carcere sotto l'imperatore Massimino. L 'imperatore Costantino rese la pace religiosa al mondo cristiano con l'editto di Milano nell'anno 313. S. Andrea di Creta celebra in San Nicola la dolcezza, la pietà, lo zelo, l' ardore della fede e la parola franca e sincera dei profeti, l’occhio vigile del Vescovo. L' arte bizantina rappresenta S. Nicola come un pope con la spada in mano che perseguita i nemici di Dio S. Metodio afferma che se la città di Myra non fu inquinata dall'eresia ariana, lo si deve alla parola coraggiosa ed illuminata di San Nicola. Ario, della Libia Cirenaica, sosteneva che Gesù Cristo non era Dio, non era sempre esistito, ma creato nel tempo soggetto all' errore e al vizio come tutti gli uomini. Egli, uomo di ingegno e buon parlatore, ingannò molti, compreso il vescovo Eusebio e l'Imperatore Costantino. Fu convocato il Concilio di Nicea, che si aprì nel mese di luglio dell'anno 325. Vi intervennero 318 vescovi e l'Imperatore Costantino. Vi partecipò anche San Nicola (anche se lo storico Eusebio non ne parla). E fu definita la divinità di Gesù Cristo. Al tempo di San Nicola la Licia era povera di grano, che proveniva dall'Egitto, e quindi spesso mancava il pane. Se le navi ritardavano o naufragavano, era la fame. Una volta venne a mancare il grano in Licia e il popolo ricorreva a San Nicola. Approdarono al porto di Mira, Andriaco, alcune navi di Alessandria, cariche di grano. Il Vescovo pregò il capitano delle navi di concedergli un po' di grano per il popolo di Mira, garantendo di ogni perdita presso il registro di Costantinopoli. Furono scaricate cento moggie di grano da ogni nave. Giunte poi le navi a Bisanzio, il peso del grano fu trovato identico a quello registrato alla partenza da Alessandria. Sembra che il fatto, con altre circostanze, si sia ripetuto più volte. Il governatore della provincia, Eustacchio, per denaro aveva condannato a morte tre giovani ufficiali. Informato S. Nicola, egli si portò a Birra luogo del supplizio, con tre capitani della guardia imperiale. Afferrò la spada dalle mani del carnefice e la gettò a terra; fece poi sciogliere e liberare i prigionieri. Si recò poi dal console governatore e lo rimproverò di aver venduto la giustizia per duecento libbre d'oro, minacciando di riferire all'Imperatore. Così i tre ufficiali, detti Stratilati, furono liberati. Ma i tre capitani della corte imperiali, che avevano dato man forte a San Nicola, furono accusati di cospirazione contro la vita dell 'imperatore. San Nicola li libera apparendo in visione al prefetto pretoriano falso accusatore e all'Imperatore Costantino. In diverse occasioni San Nicola manifestò la sua protezione ai marinai in occasione di tempeste. Fu eccezionale taumaturgo. Per professare la carità operò numerosi miracoli: una piazza di Napoli fu dedicata alla Carità; nelle vicinanze fu costruita la nostra chiesa, denominata di San Nicola alla Carità. Mentre si recava al Concilio di Nicea, o comunque in viaggio, per il disagio dell'età e per le sue deboli forze, fu costretto a rivolgersi ad una osteria per mangiare qualcosa: gli fu presentato come pesce salato un pezzo di carne umana. L' oste aveva preso l' abitudine di uccidere giovani clienti e conservarne le carni macellate come se fossero pesci. Il Santo diede un pugno sul barilotto da cui uscirono tre fanciulli vivi che ringraziarono il loro benefattore. Altra volta San Nicola ridiede la vita a due giovani studenti diretti ad Atene e fermatisi a Mira per chiedere la benedizione del Santo Vescovo. Uccisi dall' oste e fatti a pezzi erano stati mescolati a carne salata da ammannire ai viaggiatori. E molti altri fatti miracolosi si narrano nella vita di S. Nicola, il santo più venerato di tutto il mondo cristiano, sia orientale che occidentale. Per la invasione dei Saraceni, la tomba di San Nicola a Mira fu abbandonata e lasciata alla custodia di pochi monaci. Nei primi giorni di aprile del 1087 da Bari salparono tre navi per Andriaco, il porto di Mira. Venne in mente ai marinai, vedendo il luogo deserto e abbandonato, di trafugare i resti mortali di San Nicola per portarli in terra cristiana. C'era anche un gruppo di Veneziani che avevano il medesimo scopo. I Baresi furono più pronti, prelevarono il corpo e con un viaggio molto burrascoso, giunsero a Bari il 9 maggio 1087. Fu costruita una nuova chiesa e nella cripta fu deposto il corpo di San Nicola vescovo di Mira, nel mese di settembre 1089. Da allora si incrementò ulteriormente la devozione a San Nicola nel mondo occidentale. Nel 1089 Urbano Il dichiara feste solenni di San Nicola il 6 dicembre, giorno della morte e il 9 maggio giorno dell'arrivo delle ossa a Bari. Sul finire del secolo XI si riunisce a Bari presso la tomba di San Nicola il Concilio Ecumenico nel quale fu definita la processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio (qui ex Patre Filioque procedit) Nel corso dei secoli molti pontefici e molti santi si recarono a Bari per venerare il vescovo di Mira sepolto a Bari. Dal corpo di San Nicola emana la "manna", che è acqua purissima, non inquinata, per mezzo della quale si ottennero molti prodigi e miracoli.
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