Tanti ex alunni... i ragazzi dell'Oratorio, l'Ass.Culturale Cypraea. Santa Cecilia 2013 si è trasformata in una autentica festa: festa tra passato, presente e futuro. Passato, perchè la festa della patrona della Musica Sacra è anche la festa dei Pueri Cantores, di quel gruppo che subito dopo la guerra Don Antonino volle portare anche in Costiera, conoscendo personalmente il fondatore internazionale Mons. Maillet e la presenza di tanti alunni di ieri è la dimostrazione di un germe ancora vivo! Presente, perchè per il secondo anno consecutivo la celebrazione si tiene presso la Casa di Riposo San Michele, per via dei lavori all'Oratorio, che però volgono al termine. Futuro, perchè la "ri"nascita della Cappella, segnerà una incredibile svolta per la vita dell'Oratorio e della Congregazione dei Luigini. E a vegliare sul futuro, ci ricorda un don Antonino lucidissimo, forte di 94 anni senza sentire nè sforzo nè peso alcuno, c'è per tutti un angelo. Il riferimento storico è inevitabile. Ai primordi quindi del cristianesimo, Cecilia, venne data in sposa dai parenti al patrizio Valeriano. Il giorno stesso delle nozze però la giovane avvertì il marito di essersi consacrata a Dio e che un angelo avrebbe difeso la sua verginità. Valerio fu alquanto contrariato e incredulo ma dopo che l’angelo gli apparve in maniera piuttosto convincente si convertì anch’egli al cristianesimo. Cecilia conquistò alla fede cristiana anche il cognato Tiburzio. I due fratelli, ricevuto il battesimo, furono arrestati e condannati alla decapitazione. Al momento dell’esecuzione Massimo, funzionario dell’impero, toccato dalla fede di Valerio e Tiburzio confessò di essere anche lui cristiano e venne perciò decapitato. Cecilia raccolse con le sue mani i corpi dei tre martiri e non molto tempo dopo anch’essa viene denunciata e condannata. I carnefici non osando eseguire la sentenza in pubblico tentarono di soffocarla con i vapori del bagno nella sua stessa casa ma una celeste rugiada la salvò. Un littore, mandato a decapitarla, colpì il suo collo tre volte senza riuscire a reciderlo. Cecilia nonostante la ferita visse ancora tre giorni. Al pontefice Urbano I, recatosi a visitarla, la fanciulla agonizzante lasciò in eredità la propria casa con la preghiera di tramutarla in chiesa. Ma solo nell’anno 821, sotto il pontificato di Pasquale I, la chiesa edificata fu consacrata alla santa martire. La salma della Santa, dopo cinquecento anni ancora intatta, fu traslata dalle catacombe di S.Callisto (dove ancora oggi si può visitare la cripta che ne ospitò il corpo) alla chiesa, già sua antica dimora, insieme ai martiri Valeriano, Tiburzio e Massimo. A questi Pasquale I volle aggiungere anche il corpo di S. Urbano. La santa è difatti raffigurata sempre con uno o più angeli. E proprio un angelo, pare guidare alla svolta la storia più recente dell'Oratorio di San Nicola...
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