Cominciamo dalla fine. Quando a fine intervista, dopo aver ricevuto in regalo la targa dell’Oratorio di San Nicola, il classico bouquet e la t-shirt con il motto di questa lunga estate di eventi, “… e pè cient’anne!”, che ha indossato immediatamente per il piacere e la gioia dei tantissimi presenti, la conduttrice RAI Veronica Maya, si avvicina e mi ringrazia: “Sarò sincera. E’ stata la più bella intervista che ho mai fatto”. Le si leggeva negli occhi che era una affermazione sincera. In effetti le emozioni sono state tante, e Veronica che non ha voluto assolutamente sapere nulla delle domande e del meccanismo dell’incontro, si è volutamente lasciata andare ai ricordi e – appunto – alle emozioni. Per una donna di spettacolo, d’altronde, la modalità della serata che si è svolta ieri sera all’Oratorio di S.Nicola, a chiusura della rassegna di musica, danza, teatro INSIEME SI PUO’, giunta alla 4°edizione, erano familiari. Sette immagini e un video proiettate sullo schermo, sei storie da raccontare, stile “Il Senso della Vita” fortunato programma MEDIASET portato al successo da Paolo Bonolis. Protagonista lei, Veronica Maya, 35 anni da Parigi, sorrentina d’adozione, figlia di Raffaele (ristoratore, che vive e lavora a Montecarlo) e mamma Eleonora (diplomata all’Accademia di arte drammatica, regista di varietà ma che ora gestisce un ristorante a Piano di Sorrento, dove vive).
E la prima immagine non poteva non essere che uno scorcio di Piano di Sorrento, per l’esattezza la Marina di Cassano.
Beh, la vedi questa grotta? (indica un anfratto nel costone tufaceo). Lì dentro ci sono alcune scalette. Da lì ogni estate ci tuffavamo nelle acque della Marina di Cassano. Ma quanta paura! Non sono mai stata una provetta tuffatrice. Se non fosse per le amiche di allora, che poi sono anche quelle di una vita, non l’avrei mai fatto!! È una terra che amo, questa. E fa sempre piacere tornarci. Con questo mestiere che è fatto molto spesso di spostamenti, aerei, macchine, treni, tornare nella quiete di questi posti, mi aiuta ogni volta a rigenerarmi. E poi non posso nascondere che essendo nata in una famiglia di ristoratori, in un posto che fa del turismo la sua forza, il tutto mi abbia aiutato soprattutto in trasmissioni come Stella del Sud, Italia che vai, o Linea Verde. Essere a contatto con arte, storie e natura come solo Sorrento e la sua Costiera sa offrire è stato fondamentale.
La seconda immagine che le offro è un paio di scarpette di danza.
(sorride)
Qui a Piano credo conosciano tutti la scuola di danza di Patty Schisa. L’ho frequentata per più dieci anni; ho cominciato che ne avevo soltanto cinque. Ho seguito i corsi e ho imparato tanto. Portamento, stile, stare sul palcoscenico, molto della mia futura carriera è nata lì, nelle sale di quella scuola, nei saggi di fine anno.
La terza immagine è una bella foto di Mario Monicelli, uno dei padri della commedia all’italiana. (I Soliti ignoti, l’armata Brancaleone, i nuovi mostri, Amici miei, il marchese del Grillo)
(si fa seria) è venuto a mancare due anni fa. Suicida. Rimasi sconvolta. Personaggio solare, un grande amore per la vita. E per il suo lavoro. Sempre impegnato, attento scrupoloso. Davvero grazie per la scelta di questa immagine. Ti starai chiedendo cosa c’entro io con un regista di quel calibro. Potresti non credermi, ma stasera sono in vena di confidarmi. So di essere tra amici. Un provino, come tanti fatti in quegli anni, con tanti no ricevuti, che spesso ti fortificano, se hai le spalle forti per accettare anche le sconfitte, e quello per la versione teatrale di “Amici miei” (assieme a Jerry Calà e franco Oppini) nella stagione 2001-2002 va a buon fine. Ero la Titti, la giovane amante del Conte Mascetti (sul grande schermo portato al successo da un insuperabile Ugo Tognazzi n.d.r.). Non ero certo la protagonista, visto che anche la trasposizione teatrale faceva leva sulle “bischerate” di Jerry e Franco. Però vuoi mettere, annoverare tra le altre cose fatte, un lavoro con il grande Mario? Da lì ho poi fatto “Mi ritorni in mente”, “Bell’Antonio” con Paolo Calissano. E poi “Il silenzio dei sogni” e “The pretty story of the woman” con Manuela Arcuri.
L’immagine successiva è il Cavallo della Rai che trionfa all’interno dei cancelli di Viale Mazzini, dove sono gli uffici dell’Azienda televisiva di Stato. Le faccio notare che avrei potuto prendere in prestito qualsiasi immagine di un televisore, di un telecomando, ma sarebbe risultato banale. Veronica esordisce in tv in RAI e in RAI tuttora lavora, con grande successo.
Ti devo dare ragione. Immagine diversa non potevi scegliere. Vuoi proprio sapere come ho incontrato questo cavallo? Anche qui un provino, primavera del 2004 e tutto pensavo, venivo dalla danza e dal teatro, che Fabrizio Maffei, direttore allora di RAISPORT, mi scegliesse per un programma sportivo. La nazionale azzurra era in procinto di partecipare agli Europei in Portogallo e in RAI cercavano una donna da affiancare alla squadra di tecnici, commentari e cronisti per seguire la manifestazione sportiva continentale. E quella prescelta fui proprio io! Ho ancora il VHS di quel provino, fatto sotto gli occhi dello stesso direttore. Ricordo che nelle settimane successive la mia Bibbia fu il Corriere dello Sport. Lo divoravo, cercavo di capire quanto più possibile di questo sport. Ero l’unica donna in mezzo a mostri sacri come Bruno Pizzul . Ma non ho voluto fare la saccente. Li ho guardati e con grande umiltà ho chiesto loro di aiutarmi. So che quando una donna mette becco nel calcio, viene guardata con diffidenza. Siete ancora troppo maschilisti. Ma credo di essermela cavata egregiamente visto che subito dopo mi venne affidato “Sabato Sprint” con Marco Mazzocchi.
Dal calcio all’intrattenimento. È toccato molto spesso ad altre tue colleghe, a te invece? Com’è andata?
Ho sbagliato porta. Te lo giuro. Mi chiamano a firmare un contratto per delle telepromozioni. In questo mestiere è normale, e succede tutt’ora. Salgo al quinto piano, notoriamente il piano dove hanno i loro uffici i dirigenti, i capostruttura, i “capoccioni” ed apro la porta di una di queste stanze. Di fronte a me Fabrizio Del Noce, allora direttore di Raiuno. Ricordo ancora com’era vestito. Mi guarda e con estrema spontaneità mi fa: “Tu sei la Maya, complimenti per i tuoi lavori in RAISPORT. Noi abbiamo un problema”. Cominciò a chiedermi se conoscessi le lingue e se mi faceva piacere viaggiare. Non potevo immaginare che di lì a qualche giorno firmai per condurre “Stella del Sud” (2005 n.d.r.). in effetti l’allora conduttrice Gaia Amaral (la ricordate? Fu lanciata da un famoso spot girato a bordo di una barca per una compagnia telefonica) aveva rifiutato di condurre una nuova edizione e la rete voleva puntare comunque su facce nuove. Mi trovai di punto in bianco a viaggiare per mezzo mondo per più di venticinque giorni al mese. Alla fine mi sfiancò una bruttissima setticemia che mi bloccò al policlinico Gemelli per due settimane.
E con RAISPORT ? Come annunciasti il “salto”?
Parlai con Maffei, mi disse soltanto: “Vai, è la tua grande occasione”. Ne sono grata.
Che mondo è quello dello spettacolo ?
Odio tutte le volte che sento dire, e sono tante, che per far carriere bisogna saltare di letto in letto, che bisogna scendere a compromessi. Io penso soltanto una cosa. Se hai le spalle forti, forgiate da valori, dal senso del lavoro e dell’impegno, il compromesso lo eviti, eviti il chiacchiericcio e porti avanti solo quello che sei. Ti ho già detto che quello che ho imparato dai miei genitori e da questa adorabile terra mi è servito alla conduzione di Stella del Sud e di Linea Verde. Lo studio e l’impegno mi hanno aiutato per Dribbling e per un programma di informazione come è da decenni UNO MATTINA. Girano troppe cattive voci su questo mondo e aggiungo anche, non per essere tacciata di “aziendalista”, che in RAI la professionalità ha ancora il suo peso specifico. È un’azienda che mi ha dato tanto e credo di averle dato molto anche io.
Lo “stile” Veronica Maya a chi si ispira, semmai dovesse ispirarsi a qualcuno?
Ammiro tantissimo Milly Carlucci… Anche Simona Ventura mi piace, ma tra le due preferisco di gran lunga Milly. Le auguro ancora tanti successi in RAI. E chissà, se un domani mi chiedessero di fare programmi che siano nel suo stile, non dire certo di no.
E Sanremo? Voglio proprio essere banale…
(Veronica stava sorseggiando un goccio d’acqua. Sorride mentre beve). Mi fai queste domande? Come faccio a dire di no a Sanremo? Ti dico una cosa … Sono già troppo vecchia per fare la valletta e ancora troppo giovane per condurlo. Non sono una di quelle che però non dorme la notte se non pensano di affidarmi il Festival, che resta una vetrina incredibile. Ogni cosa a suo tempo. Faccio con piacere quello che già mi impegna tanto. Vedremo! A proposito. Da domani sono a Roma a registrare le prime puntate di Verdetto Finale che andranno poi in onda da lunedì 10 settembre. Siamo già alla quinta edizione
“Verdetto Finale” è indubbiamente un successo pazzesco. Uno share del 30-34%,in una fascia oraria strategica e complicata. Complimenti davvero. Hai cominciato a fare tv in un momento di grande trasformazione del mondo televisivo. Spesso si accosta il mezzo televisivo ai reality che stanno imperversando ovunque. Tu come ti poni con questo “genere” televisivo?
Lo chiedo a te, lo chiedo a voi (si rivolge alla folta platea presente). Ma non siete un po’ stanchi di questi reality, dei Grandi Fratelli ect.? Sinceramente credo che stiamo andando incontro ad una nuova fase. È sotto gli occhi di tutti che i reality non facciano più gli ascolti di un tempo. Anzi. Se poi numeri dovessero in questa stagione dimostrare il contrario … che poi io a questi numeri credo pochissimo.
La prossima immagine e quella di una dolcissima bambina africana. Le chiedo di parlare di Hamis
Grazie ad una associazione che si occupa di adozioni a distanza ho deciso di “adottare” nel 2005, un bambino della Tanzania che si chiama Hamis. Non ho avuto modo ancora di conoscerlo, ma ci sentiamo spesso attraverso le lettere. Credo molto nelle adozioni a distanza. Un modo per essere più vicini a chi sta peggio di noi, soprattutto a quei bambini in difficoltà. Si ocnsente di aiutarli, di farli crescere, di educarli. Sono loro che rappresentano il futuro. È bellissimo fare qualcosa per loro. (a fine settimana Veronica sarà nuovamente a Piano di Sorrento per una serata di beneficenza per la realizzazioni di interventi in terra africana n.d.r. )
Subito dopo è la volta di un brevissimo video, il “promo” di “A lezione di cuore”, iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale di Piano di Sorrento e rivolta ai giovani studenti delle scuole medie sulle pratiche di primo soccorso e sull’uso delle strumentazioni idonee (defibrillatore in primis). Veronica è la madrina.
Non chiamatemi madrina. Mi sono sentita più che altro una di loro. Anzi. Un’allieva che ha avuto in ragazzini di tredici anni degli ottimi insegnanti. I bambini mi danno tanto e quando quel “dare” significa salvaguardare la propria salute e quella degli altri, ancora meglio. Il mio grazie va a Vincenzo Iaccarino (medico e assessore comunale, promotore del progetto e presente alla serata n.d.r.) che ogni volta mi chiama per iniziative del genere mi riempie di gioia.
E siamo all’immagine che più “scuote” Veronica. La mano di un neonato stretta da una mano di donna. L’emozione è forte. Il richiamo invece, molto facile da intuire.
Riccardo Filippo ha sette mesi. È lui tutta la mia vita. Basterebbe questo per dare senso all’immagine che mi mostri. Impegni, lavoro, non credevo alla maternità. Ma ora, dandomi tempo fino ai quaranta, ho voglia di non lasciare solo Riccardo. Un altro, altri due, perché no. Sono stata figlia unica per tanto tempo. Riccardo avrà un fratellino, o una sorellina. Con Marco (Marco Moraci, medico chirurgo plastico e attuale compagno di Veronica n.d.r.) ha avuto modo di ritrovare il sorriso e soprattutto la strada per amare. L’amore è il motore della vita. Io e Marco facciamo vite diversissime, lo sapete eppure abbiamo trovato tanti punti in comune. Quest’anno gestiremo meglio i nostri impegni in modo tale da vederci tra Napoli e la penisola Sorrentina proprio nei fine settimana, per poi ripartire io a Roma e lui a Londra.
Cosa immagini per il futuro di Riccardo? Viviamo in momenti di grande difficoltà.
Spero di dargli innanzitutto quegli stessi valori che ho ricevuto io. La stessa passione, la stessa voglia di fare e di impegnarsi.
L’ultima immagine è quella di una famiglia che va incontro alla croce. La fede. So che non ne parli tanto, ma vorrei che ci lasciassi con un tuo messaggio.
E siamo a quel saluto strappato mentre inevitabile si materializza l’abbraccio dei presenti, degli amici sorrentini di Veronica, le foto. Deve scappare, il piccolo l’aspetta. Ho trovato una donna di una semplicità e di una umanità per nulla banale. Che ancora si emoziona parlando della sua terra, di quello che fa, e che reputa questa chiacchierata di una sera di fine estate la più bella intervista mai concessa … Ma ad essere onorato, stavolta, cara Veronica, sono soltanto io.
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