Non è retorica, ma Candido Cannavò è un personaggio che adoro ... quando qualche anno fa acquistai "Una vita in rosa", rimasi letteralmente colpito dal suo modo di scrivere. Quel raccontare lo sport, in tutti i suoi aspetti, come una favola ... quei personaggi descritti come eroi di un altro mondo ... fantastico, sublime ...
Candido Cannavò, un gentiluomo dello sport e della vita ... come quando descrive il mondo della disabilità in "e li chiamano disabili" affrontando, fuori dal mondo sportivo, la drammaticità e le difficoltà della vita di tutti i giorni ...
Ma l'ultimo suo lavoro, "Pretacci" mi ha sorpreso, commosso, convinto ... e ciò che sto per raccontarvi, non è affatto fantasia ...
In un incontro a San Nicola , lo scorso novembre, avevo proposto di invitare Candido, qui in penisola, qui a piano di Sorrento, qui tra i giovanissimi dell'Oratorio di San Nicola, qui a presentare il suo "Pretacci". Dovevano partire da dopo Natale i contatti con la Rizzoli (che aveva già dato un cenno di adesione e aveva concordato i primi dettagli economici-organizzativi); anche il comune di Piano sarebbe venuto incontro all'idea, tramite l'amico e consigliere delegato Giancarlo D'Esposito ... poi le notizie di questi giorni ... e l'incredibile addio di ieri mattina ...
Ci lascia un grande del giornalismo, ci lascia un gentiluomo d'altri tempi ... il suo "Pretacci", dedicato ai preti da prima linea, da combattimento, protagonisti "di una chiesa da strada, fedele e contestatrice" poteva stridere con la realtà serena e pacata che si vive oggi in Penisola Sorrentina, eppure anche queste storie, quelle di Don Oreste Benzi, Padre Alex Zanotelli, Don Gino Rigoldi, e tanti altri, sono le storie di quella Chiesa "vera", che secondo Cannavò, deve quotidianamente uscire fuori dal "Tempio" di quella "ritualità pomposa e noiosa che non arriva al cuore della gente".
Purtroppo non avremo modo di ascoltare il "direttore", non avrò modi di chiedergli cosa lo abbia spinto a viaggiare in lungo in largo la penisola, per raccontare questi preti da marciapiede, così lontani dal "suo" mondo, fatto di pallone e racchette, sciabole e fioretti, canestri e biciclette ...
ma forse la rsposta posso immaginarla: l'amore per la vita ... come scrive nell'introduzione: "raccontare il cammino, la fatica e l'opera dei preti da marciapiede è stata per me una rigenerante esperianza, un cammino d'amore e una lezione pratica di Vangelo. Mi è arrivata addosso un'ondata di fedeltà e coraggio. Non finirò mai di esserne grato alla vita e alla Chiesa "vera" che ci rimane e ci affascina".
E allora grazie direttore, grazie per la tua lezione di civiltà ... all'amico che avremmo voluto ospite a San Nicola, ci restano le sue pagine, i suoi scritti, la sua "poesia" ... quella non finirà mai di accompagnarci ...
ciao direttore ...
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