domenica 21 agosto 2011

TORMENTO E SPERANZA:anche l'Oratorio di San Nicola chiede a gran voce la liberazione Gianmaria Cesaro in mano dei pirati dall'8 febbraio scorso

(da movimentoinprimopiano.com)La vicende è oramai nota: è quella degli italiani rapiti dai pirati lo scorso 8 febbraio a bordo della petroliera italiana Savin Caylin, di proprietà dei fratelli D’Amato al largo della costa somala: “Viviamo in una situazione tragica con scarsità di cibo, acqua e combustibile. I medicinali sono finiti e siamo in pericolo di vita”, recitava l’appello firmato dal comandante e dal direttore di macchina dopo i primi tre mesi di sequestro. La cattura della petroliera italiana Savina Caylyn e il sequestro dell’ equipaggio di 22 marittimi, 17 indiani e 5 italiani, ha assunto contorni terribili quando lo scorso 18 maggio sono stati trasferiti a terra tre degli italiani ostaggi in Somalia. Erano infatti ormai trascorsi 102 giorni dal sequestro della nave italiana e i pirati, per il rilascio di nave e uomini, chiedevano sedici milioni di dollari di riscatto. Il fatto è stato reso noto dai due italiani rimasti a bordo, il comandante Giuseppe Lubrano Lavadera, e il direttore di macchina Antonio Verrecchia, che hanno telefonato alle famiglie in Italia. Il primo ufficiale di coperta Eugenio Bon, l’allievo di coperta, il carottese Gianmaria Cesaro e il terzo ufficiale di coperta, Crescenzo Guardascione sono stati sbarcati e trasferiti in un luogo sconosciuto nell’entroterra somalo, in un’area inaccessibile e pericolosissima per la presenza di bande armate e miliziani islamici. Qualche settimana fa, poi, ‘Il Mattino’ pubblica una foto risalente al 9 giugno scorso quando fu inviata via fax dai rapitori alle famiglie dei marinai italiani. In tutto le foto trasmesse sono cinque: in esse i prigionieri appaiono spaventati sotto la minaccia di mitragliatrici Rpg puntate loro contro da pirati che sembra siano nel più dei casi minorenni e hanno il volto coperto dalle kefiah e le cartucciere con le munizioni al collo. Nelle foto si vedono tre italiani scalzi, seduti per terra, i polsi legati da grosse cime. In alcuni immagini indossano una maglietta, in altre sono a torso nudo e stringono in mano un pugno di riso o hanno delle taniche. Non mostrano segni di violenza sul corpo, né sembrano denutriti. L’ultimo contatto tra il capitano della nave, il procidano Giuseppe Lubrano Lavadera, e la moglie risale al 16 giugno. In quella telefonata il comandante fece presente le condizioni dettate dai pirati per il rilascio precisando che per ogni mese in più la richiesta di riscatto sarebbe aumentata di 250 mila dollari. In più il comandante riportò la minaccia fatta dai pirati di decapitare un membro dell’equipaggio nel caso le richieste non fossero state esaudite. La moglie, Nunzia Nappa, lancia un accorato appello alle istituzioni perché si faccia presto per garantire una soluzione positiva alla vicenda. L’intera isoletta del golfo ha fatto sentire la propria voce sabato scorso: lenzuola bianche appese ai balconi delle case, 3000 persone ad affollare il porto di Marina Grande e due parole che hanno riecheggiato per oltre tre ore: “Liberi subito” . Tra i membri dell’equipaggio, dicevamo, c’è l’allievo di coperta Gianmaria Cesaro, carottese. Anche la città di Piano ha deciso di muoversi in tal senso erompere un assordante silenzio: Maggioranza e Opposizione hanno convenuto di organizzare per venerdì 26 agosto 2011 un consiglio comunale straordinario e monotematico sul sequestro di Gianmaria Cesaro per chiedere al Capo dello Stato e ai Ministeri competenti di assumere urgenti determinazioni utili a liberare il giovane marittimo di Piano e i sequestrati nelle mani dei pirati.

Il prossimo 5 settembre, organizzata dall'Amministrazione Comunale di Piano di Sorrento si terrà una ficcolata. Il Programma provvisorio dell'iniziativa (apparso su facebook e comunicato a tutte le associazioni, confraternite, parrocchie , circoli, enti e alla cittadinanza tutta) prevede una partenza alle ore 20,00 da Piazza della Repubblica per Corso Italia e Piazza Cota. L'invito su fb si conclude con quelto appello che l'oratorio fa suo (fatto salvo quanto il governo e le istituzioni riterranno di fare da qui alla data del 5 settembre prossimo) Vi attendiamo TUTTI!!!!!! Dobbiamo essere in tanti, ognuno inviti quanti più amici sia possibile, con ogni mezzo, mail, sms, segnali di fumo etc. 
Il nostro Oratorio ci sarà ... come già c'è nella preghiera, affinchè questa triste vicenda trovi finalmente il suo lieto fine ...


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